“La nostra forza? Siamo stati una famiglia”. Roncari racconta la Finale Nazionale

Varese Basketball Davide Roncari

VARESE – Prima Finale Nazionale? Fatta. Premio come miglior coach della Finale Under 19? Fatto. Varese squadra rivelazione? Fatto. Elisee Assui nel miglior quintetto del torneo? Fatto. Questo il bilancio di coach Davide Roncari, che con i suoi Roosters ha stupito l’Italia del basket che conta. “Merito dei ragazzi. Sono orgoglioso di loro. Sul campo siamo stati una famiglia, nonostante fossimo sotto età e sotto dimensionati rispetto agli avversari”.

Roncari, non male come prima Finale Nazionale giovanile

E’ stata la prima volta mia e di tanti ragazzi. Gli unici ad averla giocata in precedenza, se non ho contato male, erano Tapparo, Golino, Bottelli e Bortoli.

Com’è stato l’approccio?

Durante la presentazione, in piazza, ho dato un occhio alla stazza dei giocatori delle altre squadre. Tutti enormi. Poi ho guardato il mio assistente Federico Besio e gli ho chiesto: “ma esattamente, noi, cosa siamo qui a fare?”. La risposta me l’hanno data i miei ragazzi sul campo. Noi, “Davide”, ci siamo infilati tra i “Golia” e siamo entrati tra le prime quattro squadre migliori d’Italia nella categoria giovanile più prestigiosa.

Il momento più difficile?

L’esordio. La Fortitudo Francavilla era una buona squadra, che non aveva nulla da chiedere. Ci ha messo in difficoltà per 25’, poi l’abbiamo portata a casa. Non nascondo che ero molto preoccupato.

Anche perché Varese aveva assenze pesanti

Ci siamo presentati senza 3 giocatori importantissimi, come Wei Lun Zhao, Mauro Villa e Lorenzo Nart. Queste assenze potevano affossarci.

E invece?

Invece i ragazzi sono stati super a condividere le responsabilità. Come allenatore non volevo dipendere da nessuno. Poi è ovvia che nei momenti decisivi, penso agli ultimi 5’ contro Tortona, tendi ad appoggiarti al tuo compagno con maggiore talento e lì obiettivamente siamo un po’ mancati. Queste dinamiche non possono essere innescate con uno schiocco di dita. Bisogna allenarsi per farlo. Tutta esperienza buona per l’anno prossimo. Ci lavoreremo di più durante il campionato.

Miglior coach della Finale Nazionale. Mica male

Un regalo dei ragazzi. Il mio premio è arrivato grazie al loro lavoro.

Qual è stato il segreto di questa squadra?

In campo siamo stati una famiglia. E poi…

E poi?

Abbiamo onorato la maglia di una società gloriosa come la Pallacanestro Varese. Abbiamo costretto tutti a guardarci con rispetto, ammirazione e un po’ di timore, anche se non avevamo i favori del pronostico.

Il momento più emozionante?

Dopo la sconfitta contro Tortona eravamo tutti abbacchiati. E’ entrato nei nostri spogliatoi Gigi Lamonica. E ha fatto un discorso clamoroso, da far accapponare la pelle. Ci ha fatto i complimenti per quello che abbiamo dimostrato e per l’atteggiamento avuto sul campo. Parole che hanno davvero toccato il cuore, fatte da un ex arbitro internazionale, mica uno qualsiasi.

All’uscita di Assui contro Tortona vi siete abbracciati e detti qualcosa nell’orecchio. Cosa?

Gli ho detto che ero fiero di lui. Non era facile per Elisee. La sua prima finale, con addosso gli occhi di tutta Italia, appena rientrato dall’esperienza in Nazionale. Senza Zhao tutte le squadre gli preparavano le partite contro. Posso dire una cosa?

Prego

Secondo me Elisee è stato il vero mvp di queste Finali Nazionali. Per il talento mostrato sul campo (24.2 punti, 7 rimbalzi, 1.4 assist e 24.4 di valutazione in 31’ di media n.d.r.) e perché è stato un fratello maggiore per i suoi compagni. Ricordo una palla persa di Turconi che poteva essere importante. Il primo ad andargli incontro ad incoraggiarlo è stato Assui. Un leader vero. Lui, così come Bottelli e Tapparo, che sono stati i papà degli Under 17 per una settimana.

Già, perché questa era una squadra molto sotto età

Sì, con tanti Under 17. Anche chi ha avuto meno spazio, penso a Scola, Avvinti e Turconi, è tornato a casa con un bagaglio di esperienza fenomenale che hanno trasmesso i loro “fratelli maggiori”.

Tra i più giovani è già emerso il talento di Prato e Bergamin

Sì, loro sono stati fantastici e hanno rubato l’occhio di tanti addetti ai lavori. La squadra Under 17 ha un ottimo zoccolo su cui costruire il futuro. Adesso i ragazzi devono calarsi nuovamente nella loro realtà, che passa dallo spareggio contro Cantù per disputare le Finali Nazionali di categoria.

Un lavoro che passerà anche dal reclutamento e dalla nuova foresteria, giusto?

Sì, abbiamo individuato i buchi che in futuro dobbiamo riempire e lo faremo.

Società contenta?

Sì, penso proprio di sì. Luis è stato con noi un paio di partite ed è venuto negli spogliatoi a darci la carica. Le sue parole sono state molto importanti per i ragazzi. Noi sul campo abbiamo provato a tradurre quello che ci aveva chiesto la società. Anche in termini di atteggiamento e di correttezza.

A questo punto, peccato solo per la medaglia

Certo. Però ci sono altre cose che rimarranno indelebili.

Per esempio?

Nessuno cancellerà questa esperienza. Emozioni che ci porteremo sempre dentro. Come aver visto 300 bambini radunati alla Itelyum Arena che facevano il tifo per noi guardando la partita sul cubo. Nel nostro piccolo abbiamo provato a regalare un sogno a chi ci seguiva da casa. Un grande orgoglio.

Manca solo la domanda di rito. Roncari ancora a Varese?

Sì, Roncari ancora a Varese. Ho un altro anno di contratto garantito e posso assicurare che non mi è mai balenata l’idea di andare via. Lasciamo perdere le voci di corridoio e la mia amicizia con Marco Legovich. L’anno prossimo sarò ancora qui. Anzi spero di rimanere per tanti anni e di creare insieme un ciclo. Dobbiamo solo sederci a tavolino con la società. Penso di proseguire con il super gruppo serie B-Under 19, ma sono disponibile a dare una mano dove ci sarà bisogno. Insomma, nessun problema.

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