Busto Arsizio, la rivolta degli schiavi

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La giunta comunale di Buso Arsizio con il sindaco Emanuele Antonelli

di Gian Franco Bottini

“La rivolta degli schiavi” un film con grandi attori, che agli inizi degli scorsi anni’60 riempiva le sale di  ingenui spettatori che, solo dopo pochi anni, l’avrebbero definito un’“americanata”. E a Busto Arsizio, in questi giorni, pare di assistere al restyling di questo film , con, nella parte degli schiavi, i consiglieri comunali di maggioranza, che negli oltre due anni passati sono apparsi quasi  malinconici, silenziosi e sottomessi, persino di fronte a un costo di 4,5 milioni di euro, sbucato proditoriamente, per spese legali dovute a una lite giudiziaria chiaramente mal affrontata dal Comune e inevitabilmente persa. Qualche rara ribellione ogni tanto, su questioni  di poco conto, immediatamente sedata con il seguito di tremebonde e contorte richieste di scusa, e nulla di più.

Segnale di una forte coesione e sintonia dei Consiglieri di maggioranza con la  propria Giunta? Così poteva apparire;  senonchè, un  paio di settimane fa,  i consiglieri di maggioranza (unanimi dicono i giornali) si sono opposti all’aumento della tariffa Tari, proposta dalla loro Giunta, ottenendo prontamente una sostanziosa riduzione: dal 5% all’1% Boccone amaro e in un certo senso incomprensibile, per una Giunta abituata a ignorare le opinioni dei consiglieri; di minoranza sicuramente, ma a questo punto viene il dubbio anche dei suoi.

Ora un provvidenziale rinvio governativo consentirà di mettere cerotti alla ferita, ma le perplessità del primo momento resteranno. Considerato infatti che la tariffe Tari sono basate sui costi esposti da Agesp, la sua rettifica in maniera così veloce e sostanziale pone  una serie di quesiti: Agesp voleva farci la “cresta” alle spalle della Giunta? La Giunta voleva fare la ”cresta”  sulla testa dei cittadini? Agesp e Giunta hanno “sbagliato” i conti?

Ci si stava ancora ponendo queste domande (tutte imbarazzanti) quando arrivava la notizia della bocciatura anche del PUMS (Piano della mobilità), definito dai medesimi consiglieri di maggioranza“troppo di sinistra”. Questa risibile motivazione aiuta  a chiarire lo scenario: la stanno “buttando in politica”; che tradotto, quando in un Comune la si butta in politica in genere c’è in giro una questione di “posti”. Una bocciatura che solo apparentemente riguarda i contenuti del Piano, ma che nella realtà dichiara la sfiducia per l’Assessore competente e un preciso messaggio diretto al Sindaco.

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Gian Franco Bottini

Aver lasciato completare un Piano complesso ed oneroso, per poi brutalmente bocciarlo, può significare molte cose. Sicuramente una mancanza di sintonia nell’ambito della coalizione  ma in aggiunta anche il sospetto(!) di una trappola tesa all’Assessore proponente. Ma non solo a lui. Se a questi due fatti, politicamente molto rilevanti, si aggiungono altri “mal di pancia” i cui borborigmi si odono da tempo nei corridoi del Palazzo, non si può che dubitare sulla compattezza di questa maggioranza.

Ci si deve allora chiedere perché proprio adesso e non “prima”? La difficoltà di una risposta suggerisce che per trovarne qualcuna bisogna pensare al”dopo”. Dopo, a giugno, ci sarà una tornata di elezioni, quelle europee soprattutto, che disegnerà nel centro-destra una situazione politica totalmente diversa rispetto a 3 anni or sono.  In particolare, senza voler strafare in previsioni azzardate, ci sembra sufficientemente cauto prevedere una Lega con risultati a una cifra e un FdI  a due cifre: una situazione diametralmente opposta a quella di allora. Questo comporterebbe una drastica riduzione degli eletti della Lega in Europa  a vantaggio dei Fratelli, il ritorno alla propria dimora di stimabili personaggi leghisti e molte richieste di riassetto nei comuni , dove dovranno essere gestite sia le inevitabili, e forse legittime, aspirazioni di FdI, sia le posizioni degli “europei” di rientro.

Questo, più o meno, è quanto avverrà in molte amministrazioni comunali dove, e Busto non è un caso isolato, con l’inizio della campagna elettorale stanno iniziando le fibrillazioni preparatorie. Una specie di “guerra di trincea” propedeutica a quella in campo aperto che avverrà ad elezioni ultimate.

D’altra parte basta seguire le cronache per vedere quanto sta succedendo in tutto il Paese, con questioni giudiziarie ad orologeria, veri o presunti veti in Rai, attacchi alla legge sull’aborto e così via. Tutte azioni da campagna elettorale, destinate alla cattura o alla difesa di voti e propedeutiche a quelle che vedremo nel periodo post elettorale, quando sarà chiaro chi potrà giocare all’attacco e chi dovrà giocare in difesa..

Ed è quanto succederà anche a Busto dove, per ora, i partiti in maggioranza lavorano ai fianchi la parte “molle” della loro coalizione (una “apartitica” lista civica) ma al momento opportuno, lancia in resta, si giocheranno la partita del riassetto negli ambiti “posti” di potere, e molti alleati di oggi saranno avversari di domani. E il Sindaco, comunque senza pericolo di cadere, avrà il suo bel daffare a restare saldo in sella. Ma questa sarà un’altra storia tutta da raccontare.

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