Busto, la denuncia di Cris Mantello: «Non ci sono più locali per suonare»

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Cris Mantello e Paolo Pizzi

BUSTO ARSIZIO – «Martedì partirò per un tour nel sud della Spagna che toccherà Valencia, Saragozza, Gandia e Castellón. Ieri ho presentato “Souls” al Musical Box di Besozzo e ad agosto saremo al Verzasca Country Festival, in Svizzera. Ma per ora non farò altri concerti in zona, perché non c’è molto: è questo il tema». Per Cris Mantello, cantante e chitarrista country che sabato 6 maggio ha presentato la sua ultima fatica alla Nuova Busto Musica, il territorio è ormai da considerarsi zona totalmente inospitale per la musica dal vivo.

«Nessun investimento sulla musica dal vivo»

«Non è una protesta o una contestazione, ma la realtà dei fatti», ha sottolineato l’artista. «Molti locali hanno chiuso e quelli che ci sono non investono sulla musica dal vivo: cercano le proposte che costano meno e che, come i tributi, danno in apparenza una resa immediata. Il mercato è così, purtroppo non c’è niente da fare. La nostra fortuna è che siamo professionisti. Non abbiamo un negozio, un’azienda stabile, quindi ci muoviamo. Se il mercato è in Spagna, andiamo in Spagna; se il mercato è in Inghilterra, andiamo in Inghilterra. I tour si chiudono molto più facilmente all’estero e quindi andiamo all’estero».
Introdotto dalla direttrice Ornella Gobbi e dal giornalista – per l’occasione anche «agitatore e sobillatore» – Aldo Pedron, Mantello ha scelto, per eseguire insieme a Paolo Pizzi di Go Country Records il suo quindicesimo album, l’istituto dove è docente di canto e chitarra: «Una forma di cultura che è importante diffondere, soprattutto per i giovani. Vedo che quelli che si avvicinano alla musica possono raggiungere risultati notevoli: mi rendono orgoglioso di presentare qui un mio lavoro».

Aldo Pedron con Mantello e Pizzi

Le tante anime del nuovo disco

Il titolo dell’album, ha spiegato Mantello, nasce da due elementi principali: «Innanzitutto contiene, come al solito, tante anime della stessa tradizione americana: c’è un po’ di country, rock, bluegrass, jazz ed è ancora più vario dei dischi precedenti. Inoltre ci sono diverse anime a livello compositivo: i brani sono stati scritti quasi tutti da me, a parte uno creato con Miguel Angel Escorcia, cantante spagnolo con cui collaboro, e un altro con Totò Sciascia, docente universitario appassionato di musica che suona chitarra e piano».

C’è anche un ospite, «si tratta di Alex Valle, steeler di Francesco De Gregori presente in un brano con me e altri musicisti. In “Souls” non ho fatto tutto io, mi sono limitato a chitarra, pedal-steel, mandolino e dobro. Poi ci sono Paolo Pizzi al basso e due batteristi, Diego Lancellotti e Carlo Attolini, quindi più anime coinvolte». Quanto alle canzoni, «il primo singolo “Hard times” è quasi rock, anzi, un brano rock suonato da una band country. Più avanti pubblicheremo “Not a dime more”, un hard blues. Sono anche molto affezionato a “White haired girl”, ballad che parla di mia nonna, scomparsa nel 2016. Questi sono i pezzi a cui stiamo dando risalto, però il disco è molto vario: col tempo porteremo all’attenzione anche altri che rischiano di passare in secondo piano rispetto ai singoli».

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