L’analisi di Cristiano Ruiu: “Icardi? Kane? Non prendiamo in giro i tifosi. Ibra va via, serve uno da 20 gol”

Il Milan secondo Cristiano Ruiu. Lo storico opinionista televisivo rossonero ha diffusamente raccontato le sue impressioni sul Milan che verrà. Ma non solo Milan: con Ruiu si è parlato anche di Conte e di Sarri. E più in generale del calcio italiano ai tempi del Coronavirus.

Progetto Rangnick, qual è la sua valutazione?

La premessa è che peggio di così non si poteva fare. I due ultimi assetti dirigenziali Gazidis non li ha tutelati per niente. Questo nuovo progetto sicuramente è quello in cui lui crede di più perché è farina del suo sacco. Sono curioso di vedere se lo difende fino alla morte o se alle prime difficoltà molla anche questo. Questo è il suo progetto e non ci saranno scuse. Rangnick sta a Gazidis come Sacchi sta a Berlusconi. Lì fecero strike. Vediamo se faranno lo stesso adesso.

Ma la convince?

Far lavorare un gruppo nuovo che non ha mai lavorato col calcio italiano è una scommessa che non ha mai funzionato nella storia. Magari lui è un visionario. La storia insegna che in Italia bisogna essere delle vecchie volpi e qui di vecchie volpi non ce ne sono. Stavolta Gazidis se fallisce non ha giustificazione.

Di Donnarumma cosa farebbe?

Nel Milan di una volta lui farebbe tranquillamente la storia e rivestirebbe il ruolo di Maldini. Sarebbe il Maldini dei portieri. Devo essere obiettivo però: se il Milan fosse rimasto un club di seconda fascia né lui né Baresi avrebbero fatto tutta la carriera al Milan anche se ne erano profondamente innamorati come lo è Donnarumma. Perché un grande portiere come Donnarumma dovrebbe restare in una squadra di seconda fascia? È fisiologico che debba andare via anche se Donnarumma è innamorato del Milan. Andrà via senza dubbio.

Già quest’anno?

Credo che Raiola abbia trovato un accordo per il rinnovo per non farlo andare via a zero. È milanista, ma non è scemo. Verrà annunciato un rinnovo a ribasso funzionale alla sua cessione. Non so se accadrà quest’anno o il prossimo anno o a gennaio, ma partirà.
Un’operazione concertata da Mino Raiola che otterrà una ricchissima commissione, stile Pogba quando fu venduto dalla Juve.

Destinazione più probabile?

Qualche uccellino spagnolo mi dice Real, ma preciso che si tratta di sensazioni più che di una notizia.

Fosse Direttore Sportivo del Milan come interverrebbe sulla squadra?

Me ne cercherei subito un’altra di squadra. È una battuta, ma fino a un certo punto. Difficile trovare poi una nuova destinazione per chi si brucia in questa squadra. Resta poi sempre il dubbio sulla qualità di chi ci ha lavorato. I Ds dell’anno prossimo sono due carneadi, sono praticamente nuovi del mestiere o giù di lì.

Lei dove agirebbe?

La cosa che manca è l’unità d’intenti. Quella è la cosa più importante. Mi tengo i leader. Donnarumma, Ibra, Romagnoli e Bonaventura e attorno a quelli custruirei il resto. Purtroppo sono quelli dei quali si dice che potrebbero andare via. Obiettivamente non saprei da dove cominciare. Mi terrei quel poco di buono che c’è. Ad esempio mi libererei di giocatori come Castillejo e Leao che possono andare via tranquillamente.

Ibra resta?

La mia sicurezza sull’addio di Ibra è seconda solo alla partenza di Pioli che è certa al 101%. Ibra è sicura al 100%. Ibra al Milan ha fatto praticamente anche il direttore sportivo. Lui dice: mi convincono Maldini e Boban a venire con un progetto tecnico che va anche oltre il campo di calcio e poi viene a sapere che i due erano stati già esautorati prima che lui arrivasse. Perché dovrebbe restare? Lui stesso ha dato per chiuso il progetto. L’ accentratore del progetto l’anno prossimo sarà Rangnick, non sarà Ibra: troverei di fatto incoerente la permanenza di Ibra in questo tipo di progetto. È stato già contemplato come un divorzio consensuale.

Si è fatto anche il nome di Icardi al Milan: lei lo vorrebbe?

A me piace da impazzire. Lo metti in campo e lui timbra 20 gol a stagione. Il Milan ha i soldi per dare a Icardi l’ingaggio che chiede? L’ anno prossimo si rischia di non giocare neppure l’Europa League. Come facciamo? Perché Icardi che negli ultimi anni con Inter e PSG ha fatto la Champions, nel pieno della carriera, dovrebbe venire al Milan che è una nobile decaduta e che da sette anni non fa la Champions? Ora chi vuole venire al Milan? Non certo un top come lui o come Timo Werner. Dobbiamo essere realisti.

Quindi chi fa il nome di Harry Kane prende in giro i tifosi?

No. Non è una presa in giro: è proprio una presa per il culo. Pensare che un giocatore come Kane di colpo torni indietro due volte, sia come club che come lega è peggio della fantascienza. Perché? Quale sarebbe la ratio? Non ha senso. Se mi parli di Jovic è un conto: è il classico giocatore che in un grande club gioca poco e potrebbe venire al Milan per rilanciarsi, ma non facciamo nomi che non esistono.

Cosa ne farebbe di questo campionato?

Cambierei il Ministro dello Sport. Vedendo ciò che stanno combinando sono contento di essere residente all’estero. Una follia non terminare il campionato perché in caso contrario alcuni club rischierebbero di andare a gambe all’aria. Come può un governo rinunciare senza colpo ferire al gettito fiscale che genera il campionato italiano? Ci perdono tutti: i club e lo Stato. Ti vai a privare di introiti sicuri come se nulla fosse? Questa misura non mi pare neanche populista. Tutti capiscono che è una montagna di soldi che va in fumo. Se il confronto fosse con l’associazione calciatori che chiede garanzie sulla salute degli atleti lo capirei, ma non è questo il caso.

In Svizzera però il campionato è stato bloccato?

Ogni campionato ha la sua peculiarità. Ogni paese ha le sue dinamiche. In Svizzera ad esempio l’hockey è lo sport principale e il calcio non ha neanche lontanamente il peso che può avere in Italia. In Svizzera è
successo esattamente il contrario. Sono i club che non vogliono portare avanti il campionato. Il motivo? Molto semplice. Se si dovesse riprendere a porte chiuse non ci sarebbe l’introito dei botteghini e in Svizzera, al contrario che in Italia, il peso dei botteghini è molto più rilevante rispetto ai diritti televisivi. A Lugano ad esempio l’80% dello stipendio dei giocatori lo versa il Cantone. A un club, infatti, costa meno non giocare che giocare: il problema quindi è che non giocare, costa di più al governo che di fatto invece ha già dato il via libera per ripartire. Se in Italia dovessero pagare Conte e Spadafora gli stipendi dei giocatori, il giorno dopo li manderebbero in campo, altro che la salute degli atleti.

Tutti contro Spadafora, eppure se la Fase2 del calcio non è partita perchè escludere le responsabilità del Ministro della Salute, Sviluppo Produttivo, Economia?

Questo è vero. Dicevo Spadafora perché è diventato l’emblema, ma è evidente che la sua posizione sia espressione di tutto il Governo. Inseriamo anche il signor Malagó che dovrebbe ricordare a tutti che se gli altri sport restano in piedi è solo grazie al calcio.

Dal punto di vista sportivo il campionato ha ancora un senso?

Penso che quando la palla tornerà a girare i titoli dei giornali saranno sullo scontro scudetto. Il valore sportivo c’è visto che tutte avranno da giocare lo stesso numero di partite.

Lotta scudetto: chi ne esce penalizzata? Inter ancora in corsa?

L’Inter può ancora giocarsela. Se fai tante partite in un così stretto lasso di tempo, credo che uno come Conte in una situazione del genere si esalti. L’Inter può rientrare. La Juve credo sia favorita anche perché non ha la Champions di mezzo. Realisticamente delle tre la più penalizzata è la Lazio. Non vedo l’ora che ricominci anche per togliere la sensazione negativa che aleggia sulla gente. Il campionato, sia chiaro, se riparte è solo per motivi economici, non è certo pensato per dare un sollievo alla gente, ma anche grazie alle partite si potrà iniziare a pensare in modo più positivo.

Conte e Sarri promossi o bocciati finora?

Conte sicuramente promosso. Non ho mai visto nell’Inter una coesione e una cultura del lavoro così forte, tolta la parentesi di Mourinho. Non sembra neanche l’Inter. Se togli lo scontro diretto, che è la dimensione di quanto la Juve sia ancora nettamente superiore, Conte ha fatto lo stesso percorso di Sarri. Se ci fosse stato Allegri alla Juve il divario sarebbe stato ben più ampio. Sarri ha fatto meno punti di quanti ne avrebbe fatti Allegri. Su Sarri però il mio giudizio è sospeso. Rimandato al momento in attesa della Champions dove però ha già perso contro il Lione che non è una squadra irresistibile. Ovviamente c’è tutto il margine per ribaltarla.

Migliore allenatore in Italia?

Conte, senza dubbio.

Le muovo un’obiezione: Conte ha fallito in Champions, terzo in campionato e quasi fuori dalla Coppa Italia…

Valuto gli allenatori, oltre che sui risultati, per l’impronta che sanno dare. Se metti una maschera e una maglia bianca ai giocatori, riconosci che quella è una squadra di Conte. La mano si vede alla grande. Dare un’impronta non è così scontato.

Con Conte in panchina il Milan dove sarebbe oggi?

Lui sa scegliere le squadre. Ha bisogno di una società che gli stia dietro e che lo protegga. Al Milan ha avuto difficoltà anche Max Allegri quando sulla sua testa volavano i coltelli tra Galliani e Barbara Berlusconi. Qui Conte non ci verrebbe proprio. Lui vuole una squadra coesa ed è difficile in una società dove volano gli stracci. Oggi purtroppo se metti sul tavolo le offerte del Milan e dell’Inter, a parità di proposta, scegli l’Inter.

Cristiano Ruiu Milan-MALPENSA24