Edoardo Affini: “Giro o classiche del Nord? Un bel dilemma”

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di Carlo Malvestio

Ormai di mesi senza corse ne sono passati quasi tre e per rivedere il gruppo in azione ce ne vorranno almeno altri due. Intanto i corridori sono tornati a pedalare liberi per le loro strade, in costante contatto con i loro direttori sportivi che stanno provando a creare l’intricato puzzle dei calendari. Edoardo Affini non fa eccezione e dopo aver fatto amicizia coi rulli è ritornato sul caro vecchio asfalto da tre settimane, alternando bicicletta normale e da crono (anche sui rulli), per mantenere il feeling nella specialità di cui è grande promessa.

«Da quando c’è stato il via libera mi son sfogato per una settimana, facendo qualche giretto senza un obiettivo particolare e rimanendo in sella al massimo tre ore – spiega il ragazzone della Mitchelton-Scott a tuttobiciweb -. Poi ho fatto una settimana fermo e ora sono ripartito in maniera un po’ più strutturata. Torneremo alle corse tra due mesi quindi bisognerà gestire bene l’avvicinamento. Sarà una bella sfida per noi ma anche per i preparatori atletici, visto che nessuno si è mai trovato in questa situazione».

L’avvicinamento alla stagione dovrà essere studiato bene, perché in tre mesi di stagione è difficile pensare di poter avere più di un picco di forma. Senza contare che la smania di tornare alle corse renderà il gruppo più nevrotico: «Dovremo calcolare bene il picco, cercando di farlo durare il più a lungo possibile, e non sarà facile perché arriveremo con quasi 6 mesi di assenza dalle corse. Di solito a settembre/ottobre hai già quasi una stagione sulle gambe, quindi ci arrivi fisicamente e anche mentalmente in maniera diversa. Stavolta sarà tutto differente e bisognerà essere bravi a gestirsi. Mi immagino che comunque tutti partiranno fortissimo, perché alla fine il tempo per mettersi in mostra non sarà molto».

Quantomeno, ora, si può tornare a parlare di gare e ipotizzare programmi stagionali, anche se, di fatto, siamo ancora troppo lontani dalla ripartenza per avere qualcosa di certo. Anche Affini si ritrova a fare delle scelte inaspettate: «Dovrei iniziare dalle Strade Bianche, poi non so esattamente dove andrò – continua il classe 1996 -. Stiamo valutando le varie opzioni, bisognerà scegliere. Nel calendario originale avrei dovuto fare le classiche del Nord e poi la Vuelta a España, che sarebbe stato il mio esordio in un Grande Giro. Adesso però se scegliessi di fare la Parigi-Roubaix non potrei correre né Vuelta né Giro. Fare una corsa di tre settimane sarebbe importante, non solo per la mia crescita ma anche perché darebbe un senso ad una stagione già gravemente compromessa».

E quindi Giro d’Italia o classiche del Nord? «Un bel dilemma… È quello che in fin dei conti stiamo valutando con la squadra, ma non siamo ancora giunti ad una decisione. Bisogna tenere conto di ciò che potrà farmi crescere di più e anche dove effettivamente potrò rendere al meglio. Al Giro non c’è più la cronometro di Budapest, ma se ne collocassero un’altra di certo non mi dispiacerebbe. Se volessi fare un GT e le classiche, l’unica soluzione sarebbe il Tour de France. Però chiaramente lì punta ad andarci tutta la squadra e io non ho mai corso le tre settimane, oltre al fatto che con tutto quello che è accaduto quest’anno credo che il Tour sarà ancora più stressante, sia in corsa che fuori».

Affini fa poi parte di quel gruppo di corridori in scadenza di contratto a fine 2020, senza contare che la Mitchelton, causa coronavirus, ha tagliato lo stipendio a tutti i membri della squadra. Visto quanto dimostrato al primo anno da professionista, con due vittorie all’attivo e il bronzo europeo a cronometro, non vederlo in gruppo l’anno prossimo è pura fantascienza, ma di certo non è mai piacevole correre con il pensiero di dover firmare un nuovo contratto. «Non è la situazione ideale, però è meglio non pensarci troppo per non fartelo pesare mentalmente. Bisognerà aspettare che riparta l’attività agonistica per avere novità su questo fronte, anche per vedere come reagiranno le squadre un po’ più in difficoltà economica. A noi è stato chiesto di fare un sacrificio e abbiamo lo stipendio tagliato da aprile. Ovviamente non fa piacere, ma è un accordo che abbiamo fatto con la squadra. Quando si tornerà a correre speriamo di tornare alla normalità».

Articolo a cura della redazione di Tuttobiciweb

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