Elezioni, i varesini fuori provincia: Giorgetti ce la fa, Librandi fuori, Cantù in attesa

VARESEGiorgetti ce la fa (in carrozza), gli altri “varesini in trasferta” no. Arrivano i primi verdetti, anche da fuori provincia, per i candidati del Varesotto catapultati all’esterno. Clamoroso lo stop per Gianfranco Librandi: sconfitto all’uninominale per meno di 1500 voti, paga il mancato 3% di +Europa, lista con cui si era candidato. Per Maria Cristina Cantù (Lega), dopo la bocciatura all’uninominale potrebbe scattare il ripescaggio al proporzionale.

Giorgetti per la settima

Ormai certa l’assegnazione dei collegi uninominali della provincia di Varese, e in attesa dei dati definitivi dei collegi plurinominali che permetteranno di completare la mappa degli eletti, sui candidati “extra moenia”, i varesini che hanno corso fuori provincia per cercare una riconferma in Parlamento. Il più illustre è Giancarlo Giorgetti, il ministro di Cazzago Brabbia (comune dove anche in sua assenza sulle schede elettorali la Lega è primo partito) che è stato candidato dal Carroccio nel collegio della Camera di Sondrio: rieletto per la settima volta consecutiva, e con oltre il 61% dei voti.

Librandi beffato due volte

Niente da fare invece per Gianfranco Librandi, che salvo miracoli dell’ultim’ora dovrà lasciare il suo scranno di deputato dopo due legislature: l’imprenditore di Saronno, ex Italia Viva, candidato in quota +Europa nel collegio uninominale di Milano Bande Nere, è stato sconfitto dalla forzista Cristina Rossello, in corsa per il centrodestra, dopo un appassionante testa a testa durato tutta la notte. Beffato per meno di 1500 voti (37% la Rossello, 36,3% lui), nonostante una campagna elettorale intensissima nelle periferie della metropoli: decisivo, probabilmente, l’ottimo risultato del candidato di Azione-Italia Viva, Francesco Ascioti, che ha preso il 12%. E Librandi non potrà nemmeno usufruire del “paracadute” del collegio plurinominale, visto che la sua lista +Europa non ha centrato nemmeno questa volta la soglia di sbarramento del 3%, fermandosi al 2,83%.

Cantù spera nel paracadute

Sconfitta nell’uninominale a Milano, in questo caso al Senato, anche per Maria Cristina Cantù, senatrice uscente della Lega che era in corsa nel difficile collegio del centro contro l’ex viceministro dell’economia del Pd Antonio Misiani, che si è imposto 39-33. Per Cantù però potrebbe attivarsi il “paracadute” nel proporzionale: è capolista della Lega nel collegio Lombardia 1 (quello che comprende Varese) che elegge ben sei senatori, con il Carroccio al 14,95%. Niente da fare, senza appello, per il pluricandidato Gianluigi Paragone: il senatore varesino uscente, leader di Italexit, non tornerà in Parlamento, in quanto la sua lista non ha centrato l’obiettivo minimo del 3%.

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