L’Insubria punta sull’Erasmus e stanzia fondi per trecento studenti

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VARESE – Secondo AlmaLaurea partecipare al progetto Erasmus aumenta del 12% la possibilità di trovare un’occupazione adeguata a un anno dalla laurea. Tra internazionalizzazione e attenzione per le esigenze del mondo del lavoro l’Università dell’Insubria, che dal 2000 ha visto partire 1290 universitari e ne ha accolti 575, per l’anno accademico 2019/2020 potrà dare sostegno economico a quasi 300 ragazzi che vogliano aderire al programma di scambio.

I bandi per accedere al programma

Il bando per accedere al programma è annuale e prevede una borsa di studio variabile, a seconda del Paese di destinazione, da 400 a 700 euro mensili che l’Università dell’Insubria dà ai suoi studenti in partenza grazie a fondi propri, ministeriali ed europei. La durata del soggiorno all’estero va da un minimo di 3 mesi (2 per gli stage) a un massimo di 12; in genere sono gli studenti di Medicina a preferire l’opzione di un anno. Per l’anno accademico 2019/2020 l’Università dell’Insubria offre più di 500 posti in quasi 200 università europee per l’Erasmus tradizionale. Dal punto di vista finanziario c’è disponibilità per circa 1200 mensilità di importo variabile dai 400 ai 700 euro: significa che, considerata una permanenza all’estero media di 5 mesi, 240 studenti possono partire con il sostegno finanziario.
Invece per l’Erasmus Traineeship, gli studenti sono tenuti a cercare l’organizzazione dove svolgere il tirocinio: non ci sono quindi limiti di posto. L’ateneo mette a bando circa 220 mensilità, di cui 25 riservate a tirocini in Svizzera, di importo variabile dai 300 ai 700 euro: considerata una permanenza all’estero media di 5 mesi, 45 studenti possono partire con il sostegno finanziario.

Le destinazioni preferite

Il progetto Erasmus è attivo all’Insubria dal 2000 e da allora ha fatto partire 1290 studenti, di cui 150 stanno attualmente vivendo la loro esperienza europea. L’ateneo ha a sua volta accolto in questi anni 575 studenti, 57 dei quali si trovano a Varese e Como in questo anno accademico. I dati mostrano che tra le destinazioni preferite ci sono Spagna, Germania, Portogallo, Polonia e Svezia. Anche i ragazzi in arrivo sono originari di questi Paesi, a cui si aggiungono Germania e Turchia. I corsi più richiesti, sia in arrivo che in partenza, sono Medicina ed Economia. A scegliere l’Erasmus sono in prevalenza ragazze intorno ai 22 anni.
La parola Erasmus ha un duplice significato. È un acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, programma di mobilità studentesca creato nel 1987 dall’Unione europea per dare la possibilità a un universitario di effettuare un periodo di studio all’estero legalmente riconosciuto dal proprio ateneo. Ma è anche un omaggio a Erasmo da Rotterdam (1466/69-1536), umanista e teologo olandese che viaggiò per anni in tutta Europa per comprenderne le differenti culture. Dal 2014 il programma ha assunto il nome di Erasmus+ per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport.

Duecento accordi di scambio in ventisei Paesi

In concomitanza con l’uscita dei bandi Erasmus + studio e Erasmus+ Traineeship, l’Università dell’Insubria ha organizzato due incontri informativi, martedì 19 febbraio a Varese e giovedì 21 febbraio a Como. Il professor Giorgio Zamperetti, delegato del rettore all’internazionalizzazione e coordinatore dell’evento, ha dichiarato: «Voglio convincere i nostri studenti che uscire dalla loro comfort zone attraverso una esperienza di studio, o di tirocinio all’estero, è fondamentale per affrontare le sfide della contemporaneità e, più concretamente, per trovare in seguito non un lavoro qualsiasi, ma quello che più desiderano. Dato che le risorse non mancano (le borse dell’Insubria sono tra le più alte) e che il nostro Ateneo ha 200 accordi di scambio con università estere in 26 Paesi, non c’è ragione per non partire, e chi per pigrizia, paura di perdere tempo o remore di altro tipo non si candida ad un Erasmus si lascia sfuggire un’opportunità grande come una casa. Sto lavorando anche per far partire in Erasmus gli studenti diversamente abili, dato che ci sono per questo risorse speciali e che la disabilità, nella maggior parte dei casi, non costituisce un limite a una esperienza di vita come questa».

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