Estetisti e parrucchieri, Unibeauty (Confapi): “Regole per evitare altri stop”

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VARESECristiano Braggion è punto di riferimento per il mondo della bellezza e del benessere, una delle categorie più colpite dall’emergenza Covid e ancora “ferme al palo” della ripartenza. Non è chiaro, infatti, quando parrucchieri, saloni di bellezza ed estetisti potranno di nuovo aprire la propria attività. «Nel decreto – spiega Braggion – la data del primo di giugno non è vincolante. La riapertura potrebbe, come speriamo tutti, avvenire prima, ma anche essere rinviata. Molto dipende da quanto accadrà in questi giorni di allentamento del lockdown».

Per tale motivo il presidente di Unibeauty mette sul tavolo una serie di riflessioni, considerazioni e richieste che si possono riassumere in: «Vogliamo riaprire e non essere costretti a fermarci di nuovo. Servono regole certe e buon senso». E sulle regole, ma anche sulle misure da adottare a sostegno della categoria, Braggion spiega che a livello territoriale si sta lavorando su più fronti. «Un tavolo di confronto molto utile è la cabina regia con il Comune di Varese alla quale partecipiamo come Unibeauty. Dove abbiamo posto tre obiettivi: ragionare sugli ammortizzatori sociali, sugli affitti, anche attraverso agevolazioni ai proprietari degli immobili che riducono i canoni a chi ha un’attività e sul servizio a domicilio, in prospettiva del fatto che l’accesso dei clienti sarà limitato e contingentato».

È cambiato il mondo

«Quanto accaduto è stato qualcosa di straordinario, nel senso che ha superato i limiti di tutto ciò che avremmo potuto immaginare – prosegue Braggion – Perciò credo che non si debba parlare di ritorno alla normalità, pensando a quello che si faceva prima. In due mesi è cambiato il mondo. E non possiamo pensare che il futuro delle nostre attività, messe a rischio e in difficoltà, possa risolversi con il “fatemi riaprire”. In questa prima fase, nella quale la nostra categoria ancora si trova, c’è chi ha messo in campo soluzioni per garantire la continuità lavorativa. Penso a chi ha attivato canali di vendita on line dei prodotti; a chi, nel rispetto delle regole, ha garantito servizi a domicilio. O a quanto la tecnologia, anche nel nostro settore, abbia conquistato un peso maggiore rispetto al passato e in molte situazioni abbia permesso di lavorare in versione smart e a distanza. Trovare quindi regole chiare, senza perdere ulteriore tempo, aiuterebbe a ripartire e ad accelerare l’integrazione tra le nuove modalità di lavoro che abbiamo appreso in questo periodo e la capacità professionale che da sempre caratterizza il nostro settore. Sforzo quest’ultimo necessario a mettere in sicurezza dal rischio di un altro stop».

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