Fagnano, la Lega salva Bossi. Catelli per il rimpastino pesca a Varese e Gornate

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FAGNANO OLONA – Elena Catelli pesca a Varese e a Gornate per definire in tempi brevi l’annunciato rimpasto. Che non sarà globale come molti addetti lavori si attendevano anche sulla base di dichiarazioni rilasciate da più parti nelle varie riunioni politiche. Incontri che nella settimana che si è appena conclusa sono stati molteplici e frenetici.

L’intoccabile e il volto nuovo

Il primo tassello della nuova giunta è Fausto Bossi, l’assessore più attaccato (anche dal fuoco amico) e messo in discussione. Il segretario leghista non si tocca. E la decisione è stata presa nell’incontro che mercoledì scorso si è tenuto nella sede della Lega di Fagnano. Riunione che ha visto parecchie defezioni (politiche), ma nella quale Fabio Tonazzo, responsabile della circoscrizione, ha blindato il segretario leghista fagnanese nella squadra della Catelli.

Ma a quella riunione, oltre a Fausto Bossi, al sindaco Catelli e a Fabio Tonazzo c’era anche uno dei possibili assessori esterni. Il nome? A Fagnano nessuno lo sa. L’ordine è stato quello di tenere le bocche cucite. E, infatti, negli ambienti politici del paese stanno tutti abbottonati. «Tira una brutta aria. Meglio stare coperti e vedere quale piega prendono gli eventi», confida più di un addetto ai lavori. Lasciando intendere che “la piega” potrebbe anche non essere quella che tutti auspicano nel centrodestra di Fagnano.

Lontano da Fagnano però qualche spiffero esce. E i ben informati dicono che nella sede della Lega mercoledì scorso c’era un ex assessore di Varese, donna e vicina al sindaco e presentata appunto come possibile assessore. Maria Ida Piazza? Forse, ma non è certo che sia lei l’asso nella manica del sindaco.

L’uomo di Gornate

Che Elena Catelli abbia intenzione di mettere due assessori esterni è ormai sulla bocca di tutto il consiglio fagnanese. E il secondo “Mister X” potrebbe essere Stefano Moroni, già assessore a Gornate Olona ed ex direttore della Seprio di Tradate. Nome che gira negli ambienti azzurri non solo locali. Nei piani di Elena Catelli, e di chi insieme al sindaco sta studiando la regia del rimpasto, Moroni potrebbe venire “caricato” politicamente in quota Forza Italia.

No grazie. A Fagnano comandano i fagnanesi

Se su chi entra ci sono più o meno le idee chiare (anche se manca il via libera degli interessati che stanno riflettendo), resta ancora da capire chi dovrà dire ai nuovi “prego si accomodi”. E qui si sprecano le ipotesi sui tagli e si apre un mondo possibilità. Anche perché, a quanto pare, su Moroni è già stato messo il veto dai berluscones. Che ufficialmente non parlano. Qualcuno però spiega tutto con una battuta: «Non è sufficiente essere il genero di Tramontana per dire di essere di Forza Italia, partito che in paese ha uomini e donne all’altezza». Insomma a Fagnano comandano i fagnanesi.

Gli azzurri quindi al momento stanno di vedetta, poiché  la prima mossa non tocca certo a loro. E perché nella varie riunioni che ci sono state il sindaco ha parlato di rimpasto, ma non ha servito il piatto con i nomi. Portati… dal vento, per ora.

Braccio di ferro

Dei tre partiti che formano Più Fagnano e sostengono la Catelli nessuno è disposto a fare un passo indietro. Non la Lega, che presenta il conto delle elezioni fatto di un pieno di voti straordinario e chiede di mantenere in mano il “boccino”. Non Forza Italia, che sul tavolo mette le preferenze raccolte, ovvero le scelte più mirate dei cittadini e che, anche in questo caso, non sono certo poca cosa e chiede più spazio anche sulla base di questo inizio mandato, a trazione leghista, claudicante e poco sicuro. Non Fratelli d’Italia, che non intende sacrificare il loro unico assessore, come chiedono gli alleati sulla base di un pugno di voti raccolti alle comunali. Rispetto ai quali il nuovo coordinatore Fabio Pigni contrappone le percentuali nazionali da secondo partito del centrodestra.

Insomma la pace in Più Fagnano continua a essere di facciata. Dietro alla quale ci sono tensioni e guerriglia. E dove il gioco è diventato quello di passare la patata bollente di mano in mano. Come con una bomba con la miccia che brucia e si accorcia. E della quale bisogna liberarsene al più presto affinché non scoppi in mano.

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