«Fusione Sap-Agesp: perché nessuno vede il rischio di un nulla di fatto a Ferno?»

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Dopo la formazione della lista Ferno Attiva, di cui sono promotore e portavoce, non posso non intervenire sulle recenti vicende che riguardano la SAP.

Possibile che il percorso di fusione di SAP ed Agesp faccia felice tutta la popolazione fernese? Possibile che non ci sia la minima traccia di una voce critica a rappresentare chi ha delle riserve?
Tocca a noi farlo, perché il coraggio di esprimere un concetto controcorrente a Ferno é un lontano ricordo.

Ausilia Angelino, consigliere di minoranza a Lonate Pozzolo, lo scorso dicembre ha espresso, insieme ad altri consiglieri, una serie di riserve su questo progetto ed ha denunciato l’eccessiva faciloneria con cui si stava tentando di sbrigare la pratica. Ed a Ferno niente, tutti muti, nessuna polemica, neppure un’ alzata di mano su un tema dal peso specifico così rilevante. Tutti a limitarsi a dire che é colpa di Lonate. Tutti tranne quelli che da un lato ci accusano di fare affermazioni strumentali, limitandosi a leggere i titoli degli articoli ed a dare libere interpretazioni dei contenuti, e dall’altro scelgono l’omertà per non infierire sul compagno di partito del paese limitrofo.

Perché oltre che valutare un progetto di fusione con un pesce più grande – con il pretesto dell’ottimizzazione dei costi, delle economie di scala e della salvaguardia dei posti di lavoro – non si é avviata una valutazione in direzione diametralmente opposta, ovvero restituire a Ferno la sua municipalizzata? Perché oltre ai pregi (sulla carta) di questa direzione intrapresa non si vedono i possibili difetti che potrebbero portare ad un nulla di fatto?
Si sarebbero potute valutare prioritariamente molte altre soluzioni, se solo si fossero ascoltate le persone maggiormente implicate: i cittadini fernesi ed i dipendenti SAP.

La scelta di dare priorità a questo progetto di fusione non ci convince affatto.
Io con la mia squadra, Sabetti in testa, non crediamo sia possibile che solo noi abbiamo paura di finire in un calderone, cedendo ad altri il potere decisionale sulle sorti del nostro territorio.

Ci sono sicuramente delle ragioni per cui non si sentono pareri avversi ed idee alternative: basta vedere i soggetti coinvolti nell’operazione ed appare chiaro che non c’è dissenso perché non si vogliono arrecare dispiaceri incrociati e reciproci tra la varie persone e tra le varie forze politiche consolidate. In tutto questo il bene superiore del paese non emerge. Siamo ai soliti effetti negativi del personalismo e della politica di palazzo.

Combatteremo sempre questo approccio alla cosa pubblica, anteponendo la verità ed i fatti ad ogni possibile gioco di potere.

Paolo Rechichi
(promotore e portavoce di Ferno Attiva)

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