La maxi rissa di adolescenti sconvolge Gallarate. Identificazioni in corso

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GALLARATE – Sono arrivati a Gallarate in treno da diverse parti delle province di Varese e Milano, dopo essersi dati appuntamento per la maxi rissa attraverso social e whatsapp. Il giorno dopo il “pestaggio collettivo” consumatosi tra corso Italia e largo Camussi che ha scosso la città, il mosaico sulla vicenda inizia a comporsi. E’ certo che la rissa sia stata organizzata: le forze di polizia sono state informate che alcuni ragazzini (estranei alla vicenda) hanno spiegato ai genitori che sin dalla mattinata di ieri venerdì 8 gennaio si parlava del fatto tra compagni di scuola.

L’adunata in stazione

L’età media dei partecipanti andrebbe dai 13 ai 15 anni. La ragione scatenante della rissa, che ha visto un centinaio di ragazzini sfidarsi incappucciati e armati di bottiglie di birra (e i minori per legge non dovrebbero esserne in possesso), catene e mazze da baseball (tutti o quasi rigorosamente senza mascherina) e che ha lasciato un 14enne ferito sul campo, resta al momento ignota. Ammesso che ce ne sia una o una soltanto.

Il sindaco Cassani: il prezzo della pandemia sui ragazzi

«Ieri Gallarate è stata teatro di una rissa tra giovani provenienti da diverse zone della provincia che volevano trasformare Piazza Libertà in un ring dove regolare dei conti (non si sa ancora di che tipo) – ha commentato il sindaco Andrea Cassani intervistato da Tg3 e Tgcom –  Grazie al preventivo intervento di tre pattuglie della polizia locale i giovani sono stati dileguati prima che potessero rendersi protagonisti di scene come quelle viste al Pincio.
Tuttavia vi sono stati episodi violenti (che hanno portato al pestaggio di un 14enne gallaratese) su cui si sta indagando, anche perché sono stati trovati borsoni contenenti oggetti atti a offendere che sono un esplicito segno di come la maxi rissa fosse premeditata. Dobbiamo tutti interrogarci su quali conseguenze stia lasciando questa situazione legata al covid sui nostri adolescenti».

L’assessore Caruso: plauso alla polizia locale

Gallarate è stata raggiunta in treno dai ragazzini. Di questo gli inquirenti sono certi. Come conferma il vicesindaco e assessore alla Sicurezza di Gallarate Francesca Caruso che rivolge un plauso al comando cittadino di polizia locale che sta coordinando le indagini: «Ci è stato segnalato un ammassamento di decine di ragazzi in stazione poco prima che si scatenasse la rissa – spiega Caruso – Per questo gli agenti del comando di polizia locale sono intervenuti quasi contestualmente. Hanno lavorato benissimo: tre pattuglie sono riuscite a contenere una situazione potenzialmente esplosiva e a contenere l’episodio prima che potesse degenerare in modo irrecuperabile. Ho personalmente fatto i complimenti e ringraziato l’ufficiale in turno e tutti gli agenti intervenuti per come l’intervento è stato gestito».

Ipotesi di reato e aiuto delle telecamere

Ora si lavora per identificare i protagonisti della rissa. Sul fatto che saranno identificati ci sono pochi dubbi: ci vorrà del tempo, visto il numero di persone coinvolte, ma i nomi arriveranno e chi rischia di più sono i promotori del far west cittadino. L’ipotesi di reato è rissa aggravata, non proprio uno scherzo anche per un minore. Il ragazzino di 14 anni sentito dopo il trasporto in ospedale (la ferita alla testa si è fortunatamente rivelata non grave) non avrebbe aggiunto elementi utili all’inchiesta: avrebbe spiegato di essere estraneo alla vicenda, di essersi trovato in mezzo al caos per caso e di essere stato colpito da sconosciuti.

Un aiuto concreto, invece, arriva dalle telecamere di videosorveglianza. «Sono stati acquisiti i filmati sia delle telecamere presenti in stazione – spiega Caruso – Sono di quelle posizionate in centro, in corso Italia, precisamente». Il fatto che i ragazzi abbiano deciso di “sfidarsi” intorno alle 16.30, quindi con ancora luce sufficiente, è positivo per le indagini. Non solo. Molti pendolari hanno segnalato la presenza di quella che a tutti gli effetti parrebbe essere grossa parte dei partecipanti alla rissa sui treni. Alcune segnalazioni (al vaglio degli inquirenti) sono molto precise: «La situazione Ferrovie Nord è insostenibile: una marea di ragazzini e ragazzine, in prima classe, senza mascherine e nessuno del personale Ferrovie a cui poter far notare la cosa. Ore 14:30 Milano Cadorna direzione Varese. Che nessuno mai mi venga a dire che scuole e fascia d’età 13/14 in su non è un problema. Salgono in treno, birra in una mano e nell’altra mazze da baseball…. tutti a viso scoperto», segnala un’utente del servizio ferroviario.

Bagarre sui treni

La bagarre sui convogli è stata anche ripresa da alcuni passeggeri: anche questi video sono in via di acquisizione da parte delle forze di polizia per identificare i ragazzi. Inoltre il fatto che ci siano indicazioni precise sugli orari e la direzione dei convogli aiuta a raffinare le ricerche di immagini anche in altre stazioni e a ipotizzare quali possano essere i comuni di residenza degli adolescenti coinvolti. Un altro pendolare scrive di «Aver avuto paura ad intervenire» tale era la situazione sui treni poco prima della “tempesta”.

«Più che il ragazzino che partecipa a una cosa simile io rimprovero i genitori di questi ragazzi – commenta Caruso – Se mio figlio esce di casa, magari armato di mazza da baseball io gli chiedo dove sta andando. Mi informo sulla sua vita, su ciò che fa. E’ vero questa situazione è difficile per un adolescente. Ma i genitori hanno il dovere di stare al fianco dei figli. Di aiutarli a riempire in positivo questo tempo. Palestre e impianti sportivi sono chiusi. Ma lo sport resiste. E’ possibile uscire a correre, uscire in bicicletta, persino sfogarsi con la box grazie al sacco. Perché non avvicinare i propri figli alla musica? Iniziare a suonare uno strumento, anche grazie ai numerosi corsi online, crea un interesse nuovo, ad esempio. Non è vero che i ragazzi non hanno altre possibilità. Certo bisogna prestare loro attenzione e sapergliele indicare. Ci è capitato che dei minorenni venissero portati al comando di polizia locale per aver fatto ciò che non dovevano. Quando li riconsegniamo ai genitori questi ultimi molto spesso si mostrano arrabbiati, spazientiti, perché avremmo fatto loro perdere del tempo. E questo, francamente, mi preoccupa. Mi preoccupa il futuro dei ragazzi»

Claudia Mazzetti: questo è un fallimento

«Questo è un fallimento – aggiunge l’assessore Claudia Mazzetti – Adolescenti che ormai da mesi sono lontani dal luogo che dovrebbe insegnargli le basi della loro cultura, della civiltà e dell’educazione: la scuola. È lì che dovrebbero imparare come diventare persone migliori.  Invece sono lontani da questo e dallo sport per stare chiusi in casa attaccati ai social e a whatsapp dove si accordano per trovarsi in piazza in centinaia a pestarsi. La politica faccia il suo mestiere e riapra le scuole mentre le famiglie facciano altrettanto con dialogo e controlli. Lì in mezzo poteva esserci una mamma con un bambino o una coppia di anziani indifesi che passeggiava, per fortuna non ci sono stati feriti tra gente che nulla aveva a che fare con quel “flash mob”».

Gallarate, maxi rissa tra cento ragazzini in largo Camussi: ferito un 14enne

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