Giorgetti e Paragone, i varesini che hanno cercato di fermare la crisi di governo

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ROMA – I due, Giancarlo Giorgetti, al vertice della Lega, e Gianluigi Paragone, già direttore della Padania e oggi senatore pentastellato, non si sono mai presi bene. Le cronache del recente passato raccontano di pesanti “scambi di cortesie” reciproche. Eppure, il duo varesino pare sia stato protagonista dell’estremo tentativo di ricucire i rapporti tra Carroccio e Movimento grillino per evitare la crisi di Governo. Insomma, mentre Conte, Di Maio e Salvini se le davano (verbalmente) di santa ragione, Giorgetti e Paragone trattavano. Vero? Falso? Libero, il giornale di Vittorio Feltri e Pietro Senaldi, ne dà conto in un articolo che rivela il colloquio “riservatissimo” tra gli “sherpa” dei due partiti. Con Giorgetti, in una stanza del Senato, c’era anche Nicola Ziccheri; con Paragone, Stefano Buffagni.Tutti convinti della necessità di evitare il patatrac, quanto meno in questa fase. Sì, perché Giancarlo Giorgetti avrebbe fin da settimane sostenuto l’ipotesi di staccare la spina, ma quando il Capitano Salvini ha deciso di aprire la crisi si è opposto, giudicandola intempestiva. Dal canto suo, Paragone, anche per i suoi trascorsi politici, è ritenuto il più leghista dei 5 Stelle e l’avversario più convinto del Partito democratico. Tra l’altro, Stefano Buffagni, aveva invitato pubblicamente Salvini a farsi avanti per cercare di rimediare al pasticcio. Testuale: “Salvini ha il telefono acceso? Lo usi e chiami”. L’esortazione è però rimasta inascoltata.

Ora nulla è escluso

L’obiettivo del quartetto era evidentemente quello di tenere in piedi l’alleanza, se non con il governo gialloverde con un esecutivo di scopo, che sbarrasse la strada a Matteo Renzi e compagnia. Come è andata a finire, è noto: il colloquio tra i quattro non ha dato l’esito sperato. Giuseppe Conte in Aula ha mazzolato Matteo Salvini e ha rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente Mattarella. Le porte sono tutte aperte: il Colle cercherà di evitare le urne. Pentastellati e dem si parlano. Ciò che ne uscirà si può al momento soltanto supporre, ma sarà un’altra cosa rispetto a quanto visto sinora. Nel frattempo, i giornali testimoniano della freddezza di Giorgetti con il suo leader. Nulla che anticipi spaccature, ci mancherebbe. Ma anche nella Lega, forse, qualcosa non sarà più come prima.

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