Giro d’Italia. A Cogne il grande riscatto di Giulio Ciccone

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Giulio Ciccone sul traguardo di Cogne

COGNE – Dopo la giornata scintillante di ieri, con gli uomini di classifica a fare la tappa torinese, oggi ci si aspettava una fuga valdostana che arrivasse fino in fondo. E così è stato, con uno degli epiloghi più gioiosi possibili! A trionfare nella Rivarolo Canavese-Cogne da 177 chilometri, 15^ frazione del Giro d’Italia 2022, è infatti Giulio Ciccone: dopo quei successi alla Corsa Rosa del 2016 e del 2019, e dopo tanti rimpianti per le occasioni perse in questi anni e per una classifica generale messa da parte quasi subito in questa edizione (anche a beneficio dell’outsider Juan Pedro Lopez dieci giorni leader) l’abruzzese della Trek Segafredo è protagonista di una giornata a tutta birra, perennemente on fire a rilanciare iniziative e creare buchi dietro a sé. Fino a quello decisivo che gli consente di alzare le braccia al cielo in solitaria e spezzare un digiuno che durava dal Laigueglia 2020. Completano il podio un ottimo Santiago Buitrago (Bahrain Victorious) che non riesce praticamente a parlare nell’intervista post-gara, e Antonio Pedrero della Movistar.

LA CRONACA

Ovviamente tutti vogliono centrare l’attacco. In cinque sembrano riuscirci sullo strappettino di Pont-Saint-Martin al km 38, poco dopo l’ingresso in Val d’Aosta: Tonelli, Moniquet, Vendrame, Perez e Kamna. Ma nel giro di dodici chilometri il gruppo si ricompatta. E si sfilaccia. E si ricompatta. E si ri-sfilaccia… Scatti e controscatti continui, nella prima ora vengono macinati 54 chilometri, tanti ciclisti indemoniati, finché un nuovo embrione di vera fuga, con un nuovo quintetto al comando, prende vita al km 75 in un’altra leggera salitina, a Fenis.

Come da copione il resto della carovana non ci sta, al km 82 gli atleti al comando sono addirittura 27, che diventano infine 28 sul primo Gran Premio della Montagna, quello di Pila-Les Fleurs iniziato al km 90 con lo sprint intermedio di Pollein: Remy Rochas (Cofidis), Erik Fetter (Eolo Kometa), Luca Covili (Bardiani Csf Faizanè), Natnael Tesfatsion (Drone Hopper Androni), Lawson Craddock (BikeExchange), Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), Bauke Mollema e Giulio Ciccone (Trek Segafredo), Mathieu Van der Poel e Dries De Bondt (Alpecin Fenix), Davide Formolo e Rui Costa (UAE), Harold Tejada e David De La Cruz (Astana), Mikael Cherel e Nicolas Prodhomme (Ag2r Citroen), Ivan Ramiro Sosa, Jose Rojas e Antonio Pedrero (Movistar), Hugh Carthy, Julius Van den Berg e Merhawi Kudus (EF), Koen Bouwman, Gijs Leemreize e Sam Oomen (Jumbo Visma), Martijn Tusveld, Nico Denz e Thymen Arensman (DSM).

Passata “quota cento” (chilometri percorsi) mentre in coda alla corsa i velocisti formano il loro tradizionale gruppetto, nel fugone iniziano già a mollare Van den Berg e Craddock mentre Koen Bouwman accelera per andare a strappare la maglia azzurra a Diego Rosa, rassegnato in mezzo al gruppo. Il corridore della Jumbo Visma, alfiere un po’ a sorpresa della Jumbo Visma in un Giro ormai senza velleità di classifica (lo ricordiamo vincitore a Potenza) nella successiva discesa viene raggiunto dai connazionali Tusveld e Van der Poel. Il neocostituitosi trio olandese intraprende il secondo e più duro GPM, quello di Verrogne, con 1’23” su 23 inseguitori e oltre 5 minuti sul gruppo principale.

Questa scalata però stravolge la situazione: Bouwman, Tusveld e Van der Poel mollano la presa, così come Formolo, Denz, Oomen, Sosa, Prodhomme, Tejada, De Bondt, Covili, Arensman, Cherel, Fetter, Kudus, De la Cruz, Rochas, Mollema, Leemreize, Tesfatsion e Rojas. Attacca invece al km 127 Giulio Ciccone, che si porta dietro Santiago Buitrago, Antonio Pedrero e Hugh Carthy. Il quartetto scollina con Rui Costa a inseguire, insieme a un Martijn Tusveld redivivo poi nella picchiata verso Aymavilles. Nel frattempo, da un gruppo maglia rosa ben controllato da Ineos e UAE (la Bora Hansgrohe, dopo la giornatona di ieri, si è presa una domenica sabbatica) schizza Guillaume Martin, ormai fuor di classifica, per prendersi un decimo posto sia di tappa che di classifica.
Si ritira dalla corsa invece Valerio Conti dell’Astana, vittima di un’infiammazione al nervo sciatico.

Ultimi 22 chilometri, ascesa finale alle cascate di Lillaz. Sono in sei a intraprenderla: Costa e Tusveld si sono infatti uniti al poker di testa. Ma dura pochissimo. Pronti via e Ciccone saluta di nuovo tutti. O quasi. Un irriducibile Buitrago gli sta dietro. Serve l’ultimissima sfiammata: la fa subito, ai -18. Dietro di lui è sparpaglìo generalizzato, tra corridori che si piantano, altri che vengono reinglobati, altri che resistono e da tutto questo emerge un piazzamento nei dieci per l’emiliano Covili e per un “italiano d’adozione” come Tesfatsion. Davanti (e di fianco) a Giulio, mettendo da parte ogni rammarico per il cedimento sul Blockhaus domenica scorsa, c’è solo il paradiso di questa domenica 22 maggio. Con tanto di evocativo lancio d’occhiali sul traguardo, a liberare gli occhi e da essi le lacrime.
Terza firma italiana in questo Giro dopo quelle di Dainese e Oldani a metà settimana.

Nessuno scossone nel gruppo dei big, se non la volatina vinta da Richard Carapaz che conserva la maglia rosa e guadagna altri due secondi sui rivali. Invariate pure la ciclamino di Arnaud Demare e la bianca di Joao Almeida.
Curioso l’arrivo “a braccetto”, in uno dei plotoncini attardati, dei due omonimi De Gendt: Thomas e Aimè.

Ora ultimo riposo prima della settimana decisiva. Ci rivediamo dopodomani a Ponte di Legno!

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Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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