Giro d’Italia, comincia la festa rosa. Dall’Ungheria

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Due anni di attesa, condizionati dalla pandemia, ed ec­co finalmente lo sbarco del Giro in Ungheria. È la pri­ma volta che una grande corsa a tappe parte così ad Est in Europa, è l’ennesima conferma di quanto la corsa rosa piaccia oltre i nostri confini e sia vista come vetrina eccezionale per fare scoprire il territorio. Ma piace anche la battaglia agonistica, sebbene negli ultimi anni – bisogna ammetterlo – il Giro sia trascurato un po’ troppo dai grandi nomi del ciclismo, attratti dalla grandeur del Tour de France e poi dalla Vuelta di Spagna per andare a caccia di un riscatto dopo la campagna di Francia.

Sono le incongruenze del ciclismo mo­derno, quello delle super specializzazioni, che noi speriamo possa essere cambiato al più presto dall’arrivo dei campioni delle nuove generazioni che hanno già dimostrato di avere una mentalità diversa e di volersi misurare in tutte le grandi gare. Discorso troppo ampio e articolato per essere affrontato qui, per cui torniamo al Giro edizione 2022 ( 21 tappe, dal 6 al 29 maggio) per andare a scoprire quali potranno essere i protagonisti della corsa.

I FAVORITI. Un nome spicca su tutti ed è quello di Richard Carapaz: il campione olimpico ecuadoriano ha già vinto il Giro nel 2019, sarà sostenuto da una Ineos Grenadiers molto forte, nella quale spiccano i nomi di Porte e Sivakov, e può contare su un percorso che gli si addice perfettamente.Gli avversari più quotati sono il britannico della BikeExchange Jayco Simon Yates, che con il Giro ha un conto in sospeso dopo aver indossato la maglia rosa per 13 giorni nel 2018, e Joao Almeida, altro corridore che con la corsa rosa ha dimostrato di avere un feeling particolare: sarò lui a guidare la corazzata UAE Emirates.Un gradino più sotto per ragioni diverse ci sono il colombiamo Lopez della Astana, l’olandese Dumoulin della Jumbo Visma, Sosa della Movistar, la strana coppia Kelderman e Hindley (secondo e terzo al Giro 20220) della Bora Hansgrohe, Ciccone e Mol­lema della Trek Segafredo, Carthy della EF Education, Bilbao e Landa della Bahrain Victorious, Hirt e Poz­zovivo della Intermarché, Guillau­me Martin della Cofidis ma soprattutto un’altra coppia, quella formata da Ro­main Bardet e Thymen Arensman del Team DSM, dominatori del Tour of the Alps.

GLI OUTSIDER. Tre nomi su tutti: Vincenzo Nibali (Astana Premier Tech), Alejandro Valverde (Movistar) e Mathieu Van der Poel (Alpecin Fe­nix). Probabilmente nessuno di loro vincerà il Giro, ma tutti e tre possono condizionare la corsa con la loro classe e la loro voglia di attaccare: se Nibali aspetterà le grandi montagne, gli altri due possono già essere protagonisti del primo assalto alla maglia rosa in terra di Ungheria. Alla categoria, ovviamente con ambizioni diverse, possono essere iscritti anche l’ungherese Valter della Groupama FDJ, la rivelazione delle classiche Biniam Girmay, poi Cattaneo e Vansevenant della Quick Step, il norvegese Foss della Jumbo, i nostri Ulissi e Formolo in maglia UAE, lo sloveno Tratnik della Bahrain, l’eterno De Gendt della Lotto Soudal, l’australiano Hamilton della DSM, l’eritreo Tesfatsion della Drone Hopper e il belga Van der Hoorn dellla Inter­mar­ché, che proprio al Giro ha vissuto una delle sue giornate migliori.

I VELOCISTI. La pattuglia non è nutritissima – le volate sulla carta sono davvero poche – e ha perso per strada anche Tim Merlier, fermato dalla caduta alla Roubaix, ed Elia Viviani, probabilmente sacrificato sull’altare degli interessi di squadra dalla Ineos Grena­diers. E allora elenchiamo iniziando, noblesse oblige, da Cavendish della Quick Step, poi Demare della Grou­pama, Ewan della Lotto Soudal, Gaviria della UAE, Nizzolo della Israel Pre­mier Tech, Consonni e Cimolai della Cofidis, Mareczko della Alpecin, Dainese della DSM, Modolo e Fiorelli della Bardiani CSF Faizané.

GLI ITALIANI. Al netto dei nomi già citati e di quelli in bacino di carenaggio come Masnada, ci aspettiamo segnali e buone prestazioni da Stefano Oldani (Alpecin), Giovanni Aleotti (Bora), Valerio Conti e Fabio Felline (Astana), Matteo Sobrero (BikeExchange), Edoardo Affini (Jumbo), dall’eterno Alessandro De Marchi (Israel), Vin­cenzo Albanese e Lorenzo Fortunato (Eolo Kometa), Alessandro Covi (UAE), Lorenzo Rota (Intermarché), Filippo Zana (Bardiani) e Davide Bais (Drone Hopper). Se poi spuntasse anche qualche nome a sorpresa…

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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