Giù 33 platani a Orago per la ciclopedonale per la stazione. «Scempio». «No, inevitabile»

JERAGO CON ORAGO – La variante al progetto della passerella ciclopedonale di via Milano a Orago, attesa opera che serve per mettere in sicurezza il passaggio dei pedoni diretti alla stazione ferroviaria di Cavaria, prevede l’abbattimento dei 33 platani lungo la via che costeggia i binari della ferrovia Milano-Varese. La variante non è ancora stata approvata da RFI, ma a Jerago con Orago è già scontro politico. A denunciare gli “Attila” della giunta comunale è il gruppo “Gente di Jerago con Orago”, guidato da Salvatore Marino, che parla di «scempio» e chiede di salvare le piante rendendo quel tratto di via Milano a senso unico. Ma il sindaco Emilio Aliverti replica: «Il taglio degli alberi è inevitabile, lo ha chiesto RFI in base alla legge. E il progetto precedente, approvato anche dall’assessore Marino, prevedeva comunque l’abbattimento di due terzi dei platani oggi esistenti».

Il progetto

A dividere è il progetto della pista ciclopedonale lungo via Milano, il viale alberato che costeggia i binari della ferrovia conducendo alla stazione di Cavaria. Una strada quotidianamente percorsa da decine e decine di pendolari, studenti e lavoratori, ma priva di un marciapiede, per le ristrette dimensioni della carreggiata. Da anni a Jerago con Orago le varie amministrazioni puntano a realizzare un percorso ciclopedonale per mettere in sicurezza il passaggio verso la stazione. Ma il progetto originario di una passerella a sbalzo sul sedime della ferrovia, da realizzare al là degli alberi del viale, è stato messo in discussione da RFI, che appellandosi alla legge (il DPR 753/80, che impone per gli alberi superiori a 4 metro una distanza minima dai binari pari all’altezza massima della pianta più due metri) ha chiesto una revisione progettuale e un arretramento della passerella ciclopedonale rispetto ai binari (anch’essa deve stare ad una certa distanza dai binari), che prevede in sostanza l’abbattimento di tutti i platani dal parcheggio della stazione fino al ponte sulla ferrovia. La nuova ipotesi, dal costo di 250mila euro, è attualmente in attesa di approvazione da parte di RFI.

La polemica

Ma per Salvatore Marino e il suo gruppo “Gente di Jerago con Orago“, che ha depositato un’interrogazione sul caso, «l’abbattimento di tutti e 33 i platani,  parte dell’identità storico-culturale, ambientale e paesaggistica del nostro
paese, è assurdo, soprattutto in un periodo in cui la sensibilità per il rispetto dell’ambiente e la salvaguardia del verde sono in crescita, soprattutto tra le nuove generazioni». Il gruppo di opposizione chiede al sindaco Aliverti di «riconsiderare il progetto approvato frettolosamente e tenuto finora “nascosto” alla popolazione», tirando in ballo l’assessore ai lavori pubblici ed ex sindaco Giorgio Ginelli per la sua assenza nella seduta di approvazione («ci fa pensare “gatta ci cova”», si legge testualmente nell’interrogazione). Marino e C. hanno anche in tasca la soluzione alternativa: «La recente chiusura temporanea dello stesso tratto di via Milano, per la realizzazione della rete del gas, ha reso evidente che con la semplice previsione di un senso unico si può ottenere un risultato migliore con una spesa
irrisoria, per la sola segnaletica orizzontale e verticale».

La posizione del sindaco

Prova a chiarire la questione il sindaco di Jerago con Orago Emilio Aliverti. Che spiega: «La legge è molto chiara, e quegli alberi lì non ci devono stare. A maggior ragione in questo periodo storico caratterizzato da eventi meteorologici estremi, purtroppo rappresentano un pericolo neanche tanto potenziale. Dunque ovunque si faccia il marciapiede – sopra, sotto, a destra o a sinistra – quei platani lì non ci devono più stare». Oltretutto, aggiunge Aliverti, «già il progetto originario, da anni presente in Comune, prevedeva l’abbattimento di circa i due terzi dei platani esistenti. È lo stesso progetto che Marino ha inserito nel suo programma elettorale, con tanto di immagini». Al leader di “Gente”, il sindaco non le manda a dire: «Il senso unico sarebbe un delirio in termini di impatto viabilistico, e graverebbe sulla via Bonomi la cui pavimentazione sta già risentendo dell’aumento di traffico in questi giorni di chiusura di via Milano, ma credo sia una boutade solo per dire No – afferma Emilio Aliverti – in ogni caso, tra i 33 alberi e la sicurezza di pedoni e treni e la certezza viabilistica, scelgo le seconde. E a titolo di compensazione, pianteremo 33 alberi altrove».

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