Giustizia: intercettiamo le parole del profeta

lodi giustizia intercettazioni

di Massimo Lodi 

Non è così aggrovigliata come da racconto in voga, la storia delle intercettazioni telefoniche. Che servano, zero dubbi. Che siano utilizzabili per reati di mafia, terrorismo e altro (ad esempio la corruzione) idem. Che il resto del campo d’indagine con tale strumento sia da circoscrivere, nessun dubbio. Dunque, un sì calibrato/funzionale a servirsene.

Il no riguarda la diffusione di nomi e fatti irrilevanti nel procedimento avviato, l’evidenza datagli sui mass media, il pubblico discredito su persone estranee a colpe acclarate e di cui l’opinione pubblica viene a conoscere ciò che non deve. Un modo per rovinare molte esistenze, come talvolta accaduto.

Il Parlamento che si dispone a trattare una materia così delicata, deve andarci cauto. Adottando misure serie nel caso (1) di fuoruscita dalle Procure della Repubblica di notizie tenute a rimanervi dentro; e nel caso (2) d’una loro impubblicabile pubblicazione su qualunque contenitore di news.

lodi giustizia intercettazioni
Massimo Lodi

Perciò è indispensabile correggere con equilibrio l’attuale status quo. Vi si provvede tramite l’esercizio legislativo (tutti d’accordo) e tramite un sussulto di etica (quanti d’accordo?). Due sono gli scatti virtuosi da imporre: a chi nella macchina giudiziaria -accusa e difesa- rende noti, per interessi i più diversi, atti da custodire nel riserbo; e a chi nella macchina giornalistica, per molteplici convenienze, li mette nel circolo informativo.

Sono tali distorsioni da raddrizzare/guarire. Ciò che già sarebbe possibile oggi, tanto più dovrà esserlo domani, a riforma licenziata. Rimane chiaro che i maggiori problemi della giustizia vanno oltre quello delle intercettazioni: ma se risolvere il secondo aiuta a sanare i primi, ben venga la gerarchia delle precedenze individuata dal ministro e dal suo governo. Con l’avvertenza che o si cambia la mentalità diffusa/la cultura generale sul tema oppure qualsiasi nuova legge incrocerà l’ostacolo di vecchie, abusate sedimentazioni. 

L’idea d’una giustizia simile alla ragnatela -che acchiappa solo i moscerini, ma è lacerata dai calabroni- va rimossa per uscire dall’atmosfera di depressione civica e d’indifferenza morale qui e là respirata. Parole del cardinale Gianfranco Ravasi, suggeritore a scopo esemplificativo dello spirito di sapienza e intelligenza, di consiglio e fortezza insegnato dal profeta Isaia. E che imprese investigative come la cattura di Messina Denaro dimostrano essenziale.

lodi giustizia intercettazioni – MALPENSA24