Ha fondato Forza Italia a Gallarate, ma ora Sparacia l’abbandona: “Mi ha tradito”

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Gianni Sparacia

GALLARATE – Nell’imminenza delle elezioni, dalle politiche alle regionali e, soprattutto, alle comunali, a Gallarate riemerge il nome di Gianni Sparacia. Come candidato e, diciamolo in tutta franchezza, come titolare di un discreto patrimonio di voti personali, il che stimola le segreterie di centrodestra. Nell’approssimarsi del 25 Settembre, il negozio di coiffeur di piazza Guenzati, che Sparacia gestisce da quasi cinque lustri, è meta di politici in cerca di appoggi. Lui, che a Gallarate ha fondato una delle prime sezioni berlusconiane in Italia, non si è mai tirato indietro. L’anima sicula lo induce alla generosità. Fino ad ora. “Mi sono stancato di una certa politica” butta lì a Malpensa24, annunciando il suo disimpegno rispetto a coloro che gli fanno la corte, rispetto a Forza Italia. “Non sono più iscritto al partito, ho perso la fiducia in alcune persone, che non stimo più. Preferisco rimanere fuori da un sistema che oggi non mi appartiene. Non rinnego nulla del mio passato, le cose cambiano. E cambiano anche gli uomini” afferma, accompagnando la dichiarazione con ampi gesti delle mani, come a sottolineare il peso di quanto va dicendo. Un peso che, evidentemente, non è soltanto politico.

Sparacia, che l’amministrazione comunale ha addirittura gratificato della benemerenza civica, onorificenza riservata ai personaggi illustri della città, ha una importante storia professionale e umana alle spalle. Premi internazionali nel suo settore, una scuola per parrucchieri a Milano, un vasto numero di amici nel mondo dello spettacolo anche per essere stato per molti anni a Mediaset, un’attività politica concretizzata con l’assessorato ai Grandi Eventi, giunta Mucci, e, persino, con l’elezione al consiglio comunale di Castelvetrano, suo paese d’origine, per ultimo un’autobiografia che ha incuriosito parecchio a suggello di tutto quanto. Ciliegina sulla torta, egli vanta il rapporto personale con Silvio Berlusconi, quanto meno negli anni della collaborazione con le Tv del Cavaliere. Insomma, non proprio un signor nessuno. Che ora sembra volerlo diventare per sua scelta, per un’eclissarsi dalla scena pubblica in forza di un sentimento bruciante: la delusione.

Nomi non ne fa, ma è chiaro che le circostanze locali hanno influito molto sulle sue decisioni, specialmente quella di non iscriversi più a Forza Italia. Ad esempio, racconta di centinaia di lettere con la sua firma indirizzate, in occasione delle utime amministrative, agli elettori gallaratesi, lettere finite tutte in una discarica. Un sabotaggio, insomma. Possibile? Non c’è da meravigliarsi a fronte dei tanti colpi bassi di cui si sente e si è sentito parlare.

Però la situazione più mortificante per un siciliano è il mancato rispetto della parola data. Lui non lo dice, ma sotto sotto non gli sarebbe dispiaciuto tornare assessore con Andrea Cassani. Qualcuno pare gliel’abbia garantito, per poi rimangiarsi la promessa. Qualcuno che veste la casacca berlusconiana, tanto per intenderci. Episodio che Sparacia evita di puntualizzare, quasi a voler rimuovere lo sgarbo subito dal partito per il quale si è sempre speso. E ora? “Vado avanti nel mio lavoro, che, questo sì, mi dà e mi ha dato tante soddisfazioni”. D’accordo, ma ora, per chi voterà alle politiche? “Ho simpatia per Giorgia Meloni. Ma non scriva che voterò d’amblée Fratelli d’Italia. Non sarebbe corretto, perché ci devo ancora pensare”. Sia come sia, Forza Italia a Gallarate, dopo la decapitazione patita con l’inchiesta Mensa dei poveri, aggiunge un’altra defezione: non per mano giudiziaria né per questioni di dissenso ideologico come è accaduto a Roma, ma per le ragioni del cuore. Come un innamorato tradito. E ci siamo compresi.

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