SAN VITTORE OLONA – Tanta passione e una gestione associativa: sono i segreti della longevità di Radio Punto, storica voce dell’Alto Milanese entrata nel 40° anno di attività ininterrotta. Il compleanno ufficiale avverrà tra qualche mese: il 4 giugno 1980 veniva comunicata al Comando dei carabinieri di Cerro Maggiore, in base alle procedure di legge, l’apertura dell’emittente privata, con la frequenza di trasmissione e l’elenco dei collaboratori. L’inizio delle trasmissioni, però, avvenne già nel 1979 ed è stato festeggiato nei giorni scorsi. «Dagli anni 70-80 – racconta il direttore artistico, Roberto Rovellini (nella foto in alto, a sinistra con Laura Defendi e Fabrizio Bottazzi) – la situazione generale della radiofonia è notevolmente cambiata. Le radio locali sono progressivamente scomparse, per dare spazio a grandi network abbastanza uniformi tra loro nel modo di condurre. Noi invece restiamo vicini al territorio di appartenenza: facciamo tanta informazione, ospitiamo rappresentanti di associazioni e istituzioni locali, oltre a cantanti emergenti che non hanno spazio nelle radio nazionali».
Rovellini: «Produciamo valore per la nostra comunità»
Unica rimasta nel territorio tra Parabiago e Busto Arsizio, Radio Punto «non è una radio totalmente commerciale – spiega sempre Rovellini – ma si appoggia su un’associazione, non dobbiamo per forza produrre valore economico per un editore ma produciamo valore per la comunità, con tutti i problemi che questo può comportare per sostenersi economicamente. Tutte le radio locali che avevano come obbiettivo primario il business e far vivere l’editore sono progressivamente morte, perché la vendita della frequenza ha realizzato velocemente i desideri del proprietario. La nostra è una radio di associazione, gli obiettivi sono informare e sostenersi. La gestiscono con la loro passione un gruppo di persone che sono cresciute con la radio negli anni 80». Soci di Radio Punto sono alcune parrocchie dell’area coperta dal segnale e i collaboratori più attivi che la fanno funzionare sotto il profilo operativo ed economico; le risorse arrivano da iniziative e pubblicità reperite dai collaboratori, in tutto una cinquantina, e dalle persone che orbitano intorno all’emittente.
L’elisir di lunga vita? La dimensione local
Ma in che cosa si distingue Radio Punto dalle altre radio, al punto da doversi sintonizzare sulla sua frequenza? «È una domanda – risponde il direttore artistico – che ci siamo posti una decina di anni fa, ancora prima del digitale, quando sulla scena c’erano grandi network, con grandi professionisti, la migliore musica, la copertura e gli strumenti migliori. E la risposta che abbiamo trovato è: perché siamo una radio locale. Le radio nazionali hanno cliché molto simili, un parlato breve, trasmettono tanta musica e notizie nazionali; noi possiamo parlare del nostro territorio, proporre la musica che vogliamo, non parlare in maniera intensiva di che cosa succede a Roma o a Napoli, o fingere di dialogare con l’ascoltatore attraverso whatsapp e Facebook. Portiamo associazioni e istituzioni ai nostri microfoni per raccontare la loro esperienza, che è esperienza di territorio. I nostri ascoltatori vogliono sentire l’artista, il cantante, lo sportivo del loro territorio, informazioni che non troverebbero da nessuna parte. Ci mettiamo un po’ in “concorrenza” con i giornali on line facendo qualcosa di diverso, perché le modalità sono diverse». Il futuro, però, non è privo di ombre. «Si fa sempre più fatica a trovare giovani che vogliono fare radio – rileva Rovellini – mentre sono tornate a farla persone che l’hanno vissuta negli anni 80 un po’ da pionieri. Una delle nostre soddisfazioni è aver formato dei ragazzi che oggi sono in onda su una radio nazionale, ma sono rimasti nostri collaboratori».