Il “Giovanni” Cordara gira webserie per l’Ats. «Quella volta sul set con De Niro…»

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LEGNANO – Nella serie hanno gli stessi loro nomi, Lorenzo e Federica: impersonano due genitori alle prese con le sfide quotidiane nella cura e nell’educazione dei loro figli. La webserie, 6 puntate ideate da Terre des Hommes e Ats Città metropolitana di Milano, in onda sul portale nidoinsieme.it e sul relativo canale YouTube, è andata talmente bene che ora ne stanno girando una seconda (da cui è tratta la foto di scena in alto). Lei è l’attrice di teatro Federica Vai, lui Lorenzo Cordara, il “Giovanni” dei Legnanesi di Antonio Provasio.

«Nell’ultimo anno – racconta Cordara – paradossalmente ho lavorato tantissimo, girando ben 16 spot fra pubblicità in tv e video aziendali. Durante una tournée in teatro sarebbe molto più difficile, ora dobbiamo fare i conti con tutti i divieti e le limitazioni dell’emergenza, ogni volta che salgo sul set devo essere tamponato. Ma ne vale la pena perché si tratta di lavori molto interessanti, che mi hanno permesso di lavorare a fianco di nomi di grosso calibro». Qualche esempio? Star del pallone come Ibrahimovic, Tevez, Inzaghi («e pensare che a me del calcio non interessa molto, simpatizzo per l’Inter ma non seguo le partite»). E perfino divi hollywoodiani come Robert De Niro.

«Tanto lavoro, ma niente come il teatro»

«Accadde tre anni fa, per uno spot sul Prosciutto di Parma venduto in Brasile che non è mai girato in Italia, mentre là è andato in onda per un paio d’anni. Posso dire di essere fra i pochi italiani che ci hanno lavorato insieme… Lui è un mostro sacro, sei abituato a vederlo nei film e quando te lo trovi lì con te sul set, ti chiedi “ma che c… sta succedendo?”, non ti sembra vero. Ogni tanto il grande personaggio càpita ed è una bella esperienza, anche se per me è una cosa in più rispetto al teatro». Come la webserie sul “mestiere” di mamma e papà.

«Conoscevo il regista, Stefano Girardi, ma non per motivi di lavoro. Il progetto, realizzato dalla casa di produzione MoovieOn, vuole venire incontro ai dubbi che affrontano i genitori in situazioni salienti come il primo distacco con il bambino al nido, l’alimentazione, l’uso di smartphone e device tecnologici, l’importanza delle regole, ma anche il rischio di prestare cure eccessive (ipercura) o troppo poche (discuria). A ogni “pillola” segue l’intervento di un esperto, psicologi educatori pediatri, che spiegano i giusti comportamenti». Obiettivo della campagna, finanziata da Regione Lombardia, è creare una rete territoriale a supporto degli asili nido e dei micronidi e sviluppare nuove formule per sostenere la genitorialità nelle famiglie con bambini da 0 a 3 anni. Dopo la prima serie di video girata a ottobre, sono ora in lavorazione altre 6 puntate. Sì, ma il teatro?

Tra un mese di nuovo sul palco con I Legnanesi

«Quel palcoscenico maledetto fatto di assi mi ha stregato. Pensare di restarne senza è difficilissimo, inconcepibile. Meno male che dal 26 giugno ripartirà la tournée di “Non ci resta che ridere” con i Legnanesi, anche se non si sa ancora dove, e da luglio lo spettacolo in versione ridotta, senza i balletti della Mabilia. Ci sono ancora molte cose da chiarire, dalle date agli orari, ma il vaccino sembra la salvezza».

E che cosa ci dice di Felice Musazzi, del quale sono in corso gli eventi per il centenario della nascita? «Giusto e doveroso ricordarlo. Ho seguito in settimana l’intervista su di lui ad Alberto Bentoglio, che è stato il relatore della mia tesi di laurea, fatta proprio sui Legnanesi. Non posso che parlarne bene, se sono dove sono è anche grazie a Musazzi e alla compagnia che ne ha portato avanti la tradizione. Come ha detto nella stessa occasione Nicholas Vitaliano, la sua maschera non verrà mai dimenticata, muoiono i grandi interpreti ma i loro personaggi non moriranno mai». E qui Cordara rievoca uno struggente ricordo personale.

«Feci appena in tempo a vederlo in teatro ad Abbiategrasso, dove poi stette male sul palco. Avevo 6 anni, e durante la scena della confessione arrivò l’ambulanza e lo spettacolo fu interrotto. Le persone come Musazzi praticamente muoiono sul palco, Quando ami il teatro la sua polvere è una droga, una cosa di cui non puoi fare a meno. A me il teatro ha cambiato la vita completamente. Dalla laurea all’insegnamento, dal lavoro con i bambini alla professione, c’è tutto il percorso della mia vita».

Ecco il nuovo Giovanni dei Legnanesi: «Che onore! E che bella Legnano…»

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