Il nuovo ordine mondiale o un nuovo ordine mondiale?

di Fabrizio Iseni

La crisi è un evento di fronte al quale i vecchi paradigmi crollano e tutte le possibilità sono aperte, in attesa che si creino quelli nuovi. Il Novecento è stato segnato da 3 grandi crisi economiche globali: quella del 1929 (con il crollo di Wall Street e la recessione mondiale), quella del 1973 (la crisi petrolifera ed energetica globale) e quella del 2007 (nota anche come crisi dei subprime, o grande recessione). All’indomani di ciascuna di queste crisi, il mondo si svegliò cambiato.

Oggi stiamo vivendo la più grande crisi del terzo millennio, di dimensioni planetarie. Le economie si sono (parzialmente) fermate, gli stili di vita sociali a cui eravamo abituati fino a 2 mesi fa sono stati cancellati. Tutto quello che prima “era”, oggi non “è” più e domani chissà come “sarà”. Sicuramente il “domani” sarà diverso, dal punto di vista sociale, e non necessariamente in negativo. Su Malpensa24 abbiamo raccontato più volte come – in questo momento difficile – stiano emergendo molte “cose buone” della vita, dimenticate o semplicemente sopite fino a un paio di mesi fa. Ma dal punto di vista economico? Quale sarà il nuovo ordine mondiale?

Qui si scontrano, come in un mare in tempesta, le opinioni di economisti, catastrofisti e dietrologi. Non scenderò in campo in questa sfida all’ultimo post sui social, ma considerata la moltitudine di notizie che ci investe quotidianamente, mi limiterò ad evidenziare alcuni aspetti cruciali.

1.       La crisi che si è aperta non è solo economica ma anche politica. E’ in forte discussione il ruolo dell’Europa che si è dimostrata (fino ad ora) incapace di affrontare in modo comunitario (termine di cui ci si è dimenticati, purtroppo) una delle più gravi emergenze della storia moderna. Questo alimenterà senza dubbio le pulsioni centrifughe in vari Paesi, e le avvisaglie le abbiamo già avute. Il covid19 potrebbe quindi “infettare” anche l’Unione europea con sviluppi imprevedibili.

2.       La crisi è senza dubbio anche sociale e il nuovo ordine mondiale vedrà da un lato un cambiamento delle abitudini di vita di gran parte dei cittadini del mondo. Ci induce all’accettazione dell’essenziale, cioè ad accettare stili di vita più semplici, considerato che il sistema economico – bloccato dalle quarantene nazionali – deve sostenere sforzi economici di miliardi di euro per chi è rimasto senza lavoro, costretto a stare a casa.

3.       È probabile quindi che molti degli standard a cui eravamo abituati debbano essere rivisti: un esempio per capirci: gli aeroporti sono chiusi e diverse compagnie aree rischiano il fallimento. Quando il mondo riaprirà i confini, le compagnie aree avvieranno collegamenti verso le destinazioni principali, ove c’è domanda: improbabile, quindi, che rotte come le Maldive o Cuba ripartano subito, vuoi perché la metà dei resort in quegli angoli di paradiso saranno chiusi, vuoi perché gli italiani con il portafogli pieno saranno molti di meno.

4.       Nei rapporti internazionali, ricordo solo la recentissima guerra dei dazi fra gli Usa di Trump e la Cina, una operazione di protezione dell’industria americana dall’assalto all’arma bianca (economica) del colosso di Pechino. E’ quindi evidente che tutti i rapporti internazionali andranno rivisti. Si creerà quindi un nuovo ordine mondiale e qui si aprono le scommesse: indubbiamente gli Usa si risolleveranno dalla crisi più rapidamente degli altri, come è sempre stato negli ultimi cento anni. Ma anche la Cina non perderà colpi (semmai lascerà sul terreno qualche punto di pil, ma ne ha tanti). E la Russia, rimasta (apparentemente) in disparte, pare indifferente e immune dalla crisi. Come del resto l’Africa e il Sud America, i Paesi poveri (o in via di sviluppo se volete). Chi resta quindi sotto le macerie? Indovinato: noi, l’Europa.

5.       Ed è proprio questo il punto: l’Europa. Nel nuovo ordine conteremo sempre di  meno. Ci saranno 2 o 3 Paesi europei ad esercitare la leadership – potete immaginare quali – e molti altri invece, come l’Italia, saranno retrocessi in serie C2, allineati alla Grecia di 10 anni fa, quella di Tsipras e del suo coraggioso ministro dell’Economia Varoufakis, quella Grecia che dopo aver tentato di alzare la cresta, si è dovuta sottomettere ai diktat dei potenti che governavano l’ordine mondiale. E fare immensi sacrifici, svendendo la parte migliore del suo patrimonio nazionale.

Ma che cosa sta pensando di fare il nuovo ordine mondiale? Agirà a proprio vantaggio sull’economia o si occuperà dell’uomo che soffre? Ognuno giudichi secondo coscienza.