Il partito degli umarells

bottini ucraina guerra
Gian Franco Bottini e gli Umarells
Se la recita di una commedia di Pirandello dovesse meritare dei fischi a nessuno verrebbe in mente di
addossare la colpa dell’insuccesso al testo del Maestro ma sicuramente ai suoi inadeguati interpreti. Nel
nostro Bel Paese , di fronte ai reiterati fiaschi della politica, più d’uno cerca invece di applicare la regola
contraria, andando a mettere in discussione lo spartito del nostro sistema democratico e costituzionale
anziché i capocomici (sempre più comici che capi!) e le “compagnie di giro” che, nel corso del medesimo
spettacolo, sanno passare dalla commedia all’operetta sull’orlo del dramma.
E’ il caso delle recenti uscite, fra loro solo apparentemente divergenti, di chi , come Grillo, ipotizza la
“castrazione elettorale” degli ultra 75enni e di chi, sinistra e Lega, ipotizza l’estensione del voto ai 16enni.
Sarebbe come dire che la colpa dei nostri guai è tutta nell’elettorato che và per ciò cambiato o, con una
semplice metafora, che la colpa di un treno in ritardo non sta nei manovratori bensì nei pendolari.
Tralasciamo di approfondire gli evidenti interessi di bottega e l’anticostituzionalità di queste proposte, ma limitiamoci ad una semplice riflessione che viene dalla fotografia del Paese. Le nascite diminuiscono, i giovanissimi sono coinvolti più dall’iPad che dall’impegno civico (non parliamo della passione politica!), i giovani non vedono futuro, i “bamboccioni” proliferano, metter su famiglia spaventa, la speranza di vita (fortunatamente?) si alza .
Orbene,mentre rispetto all’età media il Paese “produttivo” (non solo economicamente ) è innegabilmente scivolato “ in avanti”, le idee avanzate propongono di portare il potere decisionale all’“indietro”,allargando il già ampio divario della politica dal Paese reale.
Abbiamo fatto partecipi di queste riflessioni i nostri amici Umarells che, dato il loro non “primo pelo”,
abbiamo trovato molto coinvolti dal tema, anche se con reazioni diverse. Il Pensionato, persona equilibrata, si dimostrava nervoso e offeso dalla affermazione di Grillo secondo il quale gli anziani sono egoisti e disinteressati, perché il futuro non appartiene più a loro.
“Lo dico nel suo dialetto:quel lì l’è un “belinon” che non fa neanche più ridere. Lo porterei con me all’Auser a sentire quali sono le preoccupazioni dei nonni: i figli e i nipoti”.
Era intervenuta la Veneta, sempre aggressiva e sul pezzo: “Mi g’ho no vergogna a dirlo: metà della mia pension de reversibilità la va al me puteo per far studiar i figli e quel “mona” lì el me dis… ma che el guarda in casa sua ( facendo probabilmente riferimento a qualche recente disavventura familiare del soggetto incriminato.)”
Il Professore aveva assunto la postura adeguata al suo ruolo e aveva preferito attaccare il problema dalla parte della riduzione dell’età elettorale. “Ve lo dico per conoscenza diretta. I sedicenni di oggi sono più “ragazzi” di ieri , sicuramente più sollecitati dal mondo esterno che però li spinge da tutt’altra parte… In parole povere non hanno nessuna premura di assumersi responsabilità.E questo lo dicono loro stessi, visto il sondaggio fatto fra studenti liceali di quell’età, che in percentuale maggioritaria ha dichiarato il dissenso all’abbassamento dell’età elettorale, ritenendosi impreparati “.
Quando il Professore parla ci mette così tanta prosopopea che tutti si zittiscono e anche su questa
faccenda del sondaggio nessuno aveva osato chiedergli ulteriori ragguagli. Solo l’’Avvocato si era permesso di intervenire: “A quell’età anche noi scioperavamo, per non andare a scuola. Non sapevamo se lo facevamo per” Trieste italiana” ( che del resto già lo era da un bel po’ma che facevamo finta di non saperlo!) o perché i caloriferi della scuola non funzionavano. L’importante era fare un po’ di casino e seguire il branco!”
Il Sempreverde, che fino ad allora si era trattenuto non capendo se per lui era “correttamente politico”
esprimersi, aveva deciso di far di testa sua: “Meno diritti, meno doveri. Niente voto, niente tasse. Sicome nun sem vec e capisem pù nagota alura i noster fieu e i noster nevud se rangien…nghe penserà Baffone (ricordando una vecchia espressione antistatalista!) …Veuri vedè quanti voti i ciapen quei pirla lì che fan quei propost chi del c…”.
Vista la simpatia creata dal suo intervento, il Sempreverde si era veementemente lanciato in una idea
provocatoria: “Fieu, l’è ura de fa “il partito degli Umarells”; ghe la fasem vedè nun.F…”. E tra il serio e il faceto si era aperta una nuova discussione ed un nuovo e promettente orizzonte politico!
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