Il primo soccorso entra in classe alle scuole medie di Magnago e Vanzaghello

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MAGNAGO – Un progetto per sensibilizzare i bambini sull’importanza di saper praticare le manovre di rianimazione cardiopolmonare (Rcp). È quello che nelle ultime settimane ha coinvolto i ragazzi di 3.a classe delle scuole secondarie di primo grado di Magnago e di Vanzaghello.

L’arresto cardiaco colpisce improvvisamente e non ha rispetto per l’età: è già successo più volte su campi sportivi, coinvolgendo anche atleti professionisti. Per questo, e non soltanto per le malattie cardiache, è importante saper fare le manovre di rianimazione cardiopolmonare. «Questi argomenti – osserva il dirigente scolastico dell’Istituto “Ada Negri”, Domenico Pirrotta – devono far parte del bagaglio dell’educazione alla salute, soprattutto ora che le normative di legge e le dotazioni del sistema di emergenza sanitaria hanno molto ampliato le possibilità di intervento, vedi ad esempio l’uso dei defibrillatori (Dae). Questa è una iniziativa che consideriamo importante e che vogliamo proseguire ogni anno».

Rianimare diventa un gioco da ragazzi

Imparare le manovre di rianimazione cardiopolmonare può diventare davvero un gioco da ragazzi. Tale progetto rappresenta anche un investimento culturale per il futuro: basta cominciare presto, dalle scuole, come raccomanda lo European Resuscitation Council (Erc) nelle recenti linee guida europee sul primo soccorso e come prevede la legge 116 del 4 agosto 2021.

Durante la lezione, di oltre due ore, si mostra come riconoscere e intervenire su una persona che non ha attività cardiaca o respiratoria, sempre seguendo le indicazioni delle linee guida. Successivamente a una prima parte di lezione teorica, gli alunni vengono coinvolti ad un addestramento pratico con l’ausilio dei tradizionali manichini (nella foto in alto), grazie alla presenza di un infermiere qualificato con particolare esperienza nello sviluppo di progetti di massaggio cardiaco nelle scuole primarie secondarie.

Pirrotta: «L’obiettivo è sensibilizzare»

Al termine delle lezioni non sarà rilasciata una certificazione, come invece accade quando si partecipa ad un corso di addestramento per i cosiddetti “laici”. «Non è questo lo scopo – spiega Pirrotta – L’obiettivo principale del progetto è semmai creare una cultura della solidarietà negli studenti e sensibilizzare su questa tematica salva vita».

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