Il rebus dei pagamenti in contanti

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di Antonio Laurenzano

Pagamenti in contanti al via? No, stop. Il Governo nei giorni scorsi ha presentato alla Camera
l’emendamento al decreto Milleproroghe che fa salve le spese effettuate in contanti dal 1° gennaio fino al 31 marzo 2020, in deroga al precedente obbligo di pagamento con mezzi tracciabili (assegni bancari o postali, carte di credito o bancomat). Tutto rinviato al 1° aprile. La moratoria di tre mesi per i bonus fiscali non tracciati è stata voluta dal Ministro dell’Economia Gualtieri per venire incontro alle richieste della Consulta dei Caf preoccupata dell’entrata in vigore delle nuove norme senza la necessaria informazione e preparazione di contribuenti e strutture. Tanta confusione, poche certezze. Anche se in ritardo, rispettate così le disposizioni dello Statuto dei diritti dei contribuenti che concede 60 giorni di tutela per adeguarsi ai nuovi adempimenti fiscali.

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Antonio Laurenzano

L’obbligo della moneta elettronica per poter beneficiare delle detrazioni fiscali è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2020. Dal 1° gennaio scorso è scattato l’obbligo di uso di carte o bancomat per quasi tutte le spese detraibili dall’Irpef al 19%: interessi passivi mutui prima casa, spese scolastiche, funebri, assicurazioni rischio morte o invalidità, assistenza personale, sport bonus, trasporti pubblici, spese mediche e specialistiche effettuate privatamente, ecc. Nessun vincolo per le spese sostenute per l’acquisto di medicinali e dispostivi medici, prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche e da strutture private accreditate al SSN. Si tratta di una misura particolarmente importante per le casse dello Stato.  Dall’obbligo di tracciabilità, infatti, la Legge di Bilancio ha previsto un maggior gettito pari a circa 860 milioni per il 2021 e 496 milioni per il 2022.

Una volta approvato l’emendamento governativo ed entrata in vigore la legge di conversione del decreto,
dal prossimo 1 aprile, per poter beneficiare delle detrazioni fiscali, bisognerà dunque pagare le spese detraibili soltanto con strumenti elettronici. La tracciabilità dei flussi finanziari, secondo quanto illustrato nella relazione tecnica al collegato fiscale, “è finalizzata al contrasto del riciclaggio dei proventi illeciti e del finanziamento occulto al terrorismo nonché alla lotta all’evasione”. Un obiettivo quest’ultimo che sarà ulteriormente rafforzato dal 1° luglio con la “lotteria degli scontrini” e con i limiti progressivi di spesa tramite denaro liquido, attualmente fissato a 3mila euro. Le nuove soglie, oltre le quali si applica il divieto al trasferimento del contante fra soggetti diversi, sono 2mila euro dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, mille euro dal 1° gennaio 2022. L’Italia sarà così fra i 12 Paesi dell’Ue che prevedono limiti di legge: molto restrittivi in Francia, Portogallo e Grecia, del tutto assenti in Germania.

Decollata l’operazione “guerra al sommerso”, resta sul tappeto la domanda di fondo: lotteria degli scontrini e moneta elettronica batteranno l’evasione fiscale nel Belpaese? Oltre 211 miliardi di euro nascosti al fisco, il 12% del Pil nazionale. L’Iva rappresenta un buco di circa 34 miliardi di euro, pari al 25% dell’evasione comunitaria. Una lotta impari, che, al di là di ogni fantasioso “spauracchio”, richiede l’attivazione di strumenti di contrasto più efficaci: l’incrocio delle banche dati. Ma questa è tutta un’altra storia.

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