VARESE – A Varese ha preso il via la campagna di vaccinazione antinfluenzale che, nell’attuale scenario epidemiologico internazionale, ha acquisito un significato ancora più importante a causa della co-circolazione, prevista nei prossimi mesi, dei vari virus insieme al Covid: nella mattinata di oggi, domenica primo novembre, diversi cittadini si sono presentati alla sede della scuola Salvemini di via Brunico, edificio che è stato concesso dal Comune per concentrare e ottimizzare in sicurezza l’attività erogativa.
Il sostegno ai medici del territorio
«In una situazione come quella attuale, che presenta una determinata criticità, occorrono spazi più ampi per garantire il distanziamento», ha spiegato Guido Garzena, responsabile Integrazione Rete D’Offerta Innovazione e Ricerca di Ats Insubria. «Grazie all’aiuto della Protezione Civile, gli accessi vengono contingentati e le persone, dopo essersi registrate al banco della Croce Rossa, sono poi distribuite nei tre spazi adattati per garantire ai medici del territorio la possibilità di erogare i vaccini; è presente anche, per ogni evenienza, un’infermeria».
Come ha spiegato il sindaco Davide Galimberti, «lo spazio di questa scuola, che potrà essere utilizzato anche per altre necessità legate al Covid, è stato affidato agli oltre venti medici che hanno deciso di concentrare qui in poco tempo l’attività vaccinale, così da ottenere una campagna efficace sulla popolazione. È un modo per dare un segno che la medicina del territorio va supportata il più possibile, unico rimedio a questa pandemia. L’attività proseguirà per tutto novembre, al mattino e al pomeriggio, in base agli appuntamenti fissati da ciascun medico».
Proteggere i condomini che ospitano gli studi
La scelta dell’edificio scolastico, che in futuro potrà essere usato per altre emergenze, ha l’obiettivo primario di evitare assembramenti: «In passato, ricevendo in studio, non c’era questo problema», ha spiegato Danila Di Murro, medico di base. «Ma, anche alla luce dell’aumento esponenziale visto in settimana delle richieste di tamponi e dei casi di Covid, tra residenti, pazienti e operatori è necessario proteggere i condomini dove sono presenti gli studi. L’idea, dopo la richiesta di Ats Insubria, è nata parlando con il sindaco; la verifica compiuta riguardo a questo spazio ha mostrato che era agibile».
Nei mesi scorsi Varese è stata messa in quarantena al momento giusto e, sebbene siano sottodimensionate, le Usca funzionano bene ma «si vede che il sistema sanitario è provato, e i medici della mia fascia di età non sono in grado di reggere fisicamente turni di dodici ore con la tuta addosso. È necessario far capire alla popolazione che, quanto a precauzioni, il lockdown dovrebbe essere mentale, prima ancora che deciso dalla legge: sia da parte nostra nei loro confronti che da parte loro nei nostri. Se ciascuno agisce di testa propria non se ne esce».
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