La Fase 2 a Varese: il sindaco Galimberti invoca il «senso civico» dei varesini

VARESE – Un richiamo alla «responsabilità» e al «senso civico» dei varesini alla vigilia della “Fase Due”. Così il sindaco di Varese Davide Galimberti si rivolge ai suoi concittadini in una lettera aperta che anticipa il fatidico giorno della ripartenza di molte attività dopo quasi due mesi di lockdown totale a causa del Coronavirus. «Non un “liberi tutti”» precisa il borgomastro del capoluogo. Ma una «parziale ripresa» che rappresenta «una prova importantissima per Varese e la Lombardia, una prova che richiede grande responsabilità da parte di ognuno». Ed è proprio al senso di responsabilità e al senso civico dei suoi cittadini che si rivolge il sindaco Davide Galimberti. Per interpretare la nuova fase in modo corretto e consapevole, senza che debbano essere le autorità ad imporlo. E il sindaco di Varese chiede «un atto di generosità e di amore verso voi stessi e verso le persone che vi stanno a cuore» per poter definitivamente confinare il virus.

La lettera aperta

Cari varesini,

domani inizia la così detta “fase 2” ovvero, stando alle norme, una parziale ripresa di alcune attività lavorative, di relazioni famigliari interrotte da diverse settimane e di un po’ di attività fisica in solitudine.

Sarà una prova importantissima per Varese e per l’intera Lombardia, una prova che richiede una grande responsabilità da parte di ognuno di noi, poiché dovremo riprendere convivendo con il virus.

Per gestire al meglio la fase 2 ed evitare di tornare alla fase 1 sono stati scritti protocolli, norme, ordinanze, interpretazioni che dovranno essere tutti rispettati con il massimo rigore ed il Comune di Varese farà di tutto, come avvenuto nelle settimane della fase 1, affinché siano rispettate.

I varesini nella fase 1 sono stati davvero bravi nel rispettare le regole e nell’essere rimasti a casa. Sono però convinto, per l’esperienza di queste settimane, che quello che più conterà sarà il grande senso civico di ciascuno di noi, che va ben oltre i provvedimenti che regolano la graduale ripresa di alcune attività.

Non c’è norma migliore che il buon senso, la paura del virus (sentimento più che legittimo visto quello che provoca), il timore di contagiare i propri cari e quindi la stretta osservanza di misure che vanno ben oltre le regole scritte. Sarà importante avere contatti sociali solo per ragioni indispensabili e non rinviabili.

In questi giorni, infatti, nei cittadini ed anche in me si sono susseguiti sentimenti di contentezza per la riduzione dei contagiati e dei decessi nonché per la riduzione dei ricoveri, per un lento riavvio delle attività lavorative, per la possibilità di tornare a fare una passeggiata in un parco o tornare a vedere i propri cari.

Parallelamente, però, in tutti noi si contrapponevano altri sentimenti, quali il timore che atteggiamenti non adeguati portino a un nuovo incremento dei contagi o del dolore che ha colpito tante famiglie anche della nostra città.

Serve quindi un forte senso di responsabilità che vada oltre ciò che oggi per legge si può fare. Sul senso di responsabilità di ciascuno non ci sono sindaci, Regioni, Stato o Forze di polizia che possano tenere. Servono solo intelligenza e senso civico. Saranno i comportamenti dei singoli a fare la differenza.

Per evitare tutto quello che temiamo si possa verificare con la graduale ripresa della vita lavorativa e sociale, da domani ogni nostro spostamento, anche se formalmente consentito, dovrà essere attentamente valutato da ciascuno di noi e non dalle Forze dell’ordine o da altri. Valutato da noi stessi.

Ci interroghiamo tutti se si può andare a trovare il parente o l’amico, se si può andare a passeggio o altro. Tutte domande legittime. Ma a queste domande e desideri esiste una sola risposta: se non è una questione realmente urgente non muoviamoci, non usciamo e non beneficiamo delle interpretazioni delle norme per incontrare amici.

Prima di spostarci dovremo rispondere solo a noi stessi se quello che stiamo per fare sia davvero necessario e se non possa essere rimandato.

A tale domanda ogni tanto risponderemo che saranno spostamenti indispensabili, a volte che potranno essere rimandati e a volte ancora che saranno del tutto inutili.

Stiamo organizzando la città e i suoi servizi perché siano fruibili nella massima sicurezza: dai parchi agli uffici, dai trasporti ai cimiteri; stiamo provando a garantire un ritorno al lavoro, in attesa che dal Governo nazionale arrivino risorse e norme che aiutino le nostre imprese.

Da alcune settimane abbiamo attivato una Cabina di regia con tavoli settoriali che ci permettono di riflettere su quali soluzioni immediate siano necessarie e possibili e su cosa possiamo e dobbiamo chiedere al Governo nazionale o regionale per sostenere le categorie più penalizzate da questo malefico virus.

Stiamo cercando, con tutti gli interlocutori, risposte, soluzioni, idee innovative. Innovative perché oggi rispetto a ieri diversi sono i problemi e diverse sono le esigenze.

Vi chiedo la massima attenzione, un atto di generosità e di amore verso voi stessi e verso le persone che vi stanno a cuore. Sulla base di questo principio vinceremo la pandemia ed entreremo nella fase della vera ripartenza, quella senza più il virus e dove potremo rivivere serenamente i rapporti con gli altri.

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