La protesta: “Nessuna manutenzione al cimitero di Busto”. Ipotesi class action

busto cimitero protesta
Un particolare della struttura cimiteriale interessata dalle infiltrazioni

BUSTO ARSIZIO – L’ipotesi è di avviare una class action dopo una serie di segnalazioni cadute nel vuoto. Lo fanno sapere i famigliari dei defunti sepolti all’arcata F18 del cimitero principale di Busto Arsizio, in via per Lonate. Il motivo? Le infiltrazioni d’acqua che da tempo, oramai, vengono registrate in quella particolare zona del camposanto. “Una situazione insostenibile e incresciosa” afferma uno dei rappresentanti degli stessi famigliari “Insostenibile per i danni provocati dall’acqua, sia ai loculi, sia all’intera struttura, sia ai mosaici e agli affreschi che decorano alcune tombe e rendono omaggio ai nostri cari che non ci sono più. Incresciosa a causa di una burocrazia amministrativa che pare non voler sentire ragioni”.

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Effetti delle infiltrazioni d’acqua al cimitero

In effetti, le segnalazioni inviate all’Agesp, competente per quanto riguarda la manutenzione, non hanno trovato riscontro. Anzi, hanno raccolto dinieghi. Il funzionario responsabile del settore risponde che i lavori sono in ritardo o, meglio, fermi per la mancanza di corresponsione da parte del Comune. Per dirla in chiaro, Palazzo Gilardoni dovrebbe dei soldi alla sua multiutilty che, non incassandoli, agisce di conseguenza. Possibile? Come no.

Di più. Respinta anche la proposta di far eseguire le manutenzioni a spese dei privati. “Non si può, ci hanno risposto” spiegano i diretti proponenti. Non si può perché il cimitero è un bene pubblico, attorno al quale possono intervenire soltanto i rappresentanti pubblici. Insomma, la situazione è paradossale. Tipicamente italiana. Con una aggravante: i famigliari dei defunti hanno acquistato le sepolture per un certo numero di anni, devolvendo al Comune fior di euro. Soldi che potrebbero o dovrebbero essere utilizzati anche e soprattutto per le manutenzioni. Per cosa vengono spesi, invece?

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