LEGNANO – Con un saldo positivo di 326 persone nell’anno, il 31 dicembre 2023 la popolazione legnanese ha toccato quota 60.443. Lo ha reso noto Palazzo Malinverni oggi, sabato 13 aprile. L’incremento di abitanti all’ombra del Guerriero è dovuto al saldo migratorio interno e dall’estero, che vale in tutto 572 unità e annulla gli effetti del saldo naturale, ossia la differenza tra nati e morti, che l’anno scorso ha registrato un dato negativo pari a 247 unità: sono stati, infatti, 393 i nati vivi contro i 640 deceduti. Il numero dei deceduti denunciati nel 2023 a Legnano è di 1.241, il doppio dei residenti, dovuto alle tante strutture di cura presenti in città con pazienti anche di altri comuni.
A comporre il dato positivo del saldo migratorio concorrono gli immigrati da altri comuni italiani (2.198 contro i 1.966 emigrati in altre parti d’Italia) per una differenza positiva di 232 persone, e gli immigrati dall’estero, 484 contro i 144 emigrati, per una differenza positiva di 340 persone. Per altri motivi due sono stati gli iscritti all’anagrafe (nella foto in alto, gli uffici in via Gilardelli) e 186 i cancellati.
In tremila iscritti all’Aire
Venendo alla composizione della popolazione legnanese, 31.275 sono le donne e 29.168 gli uomini. Le persone di nazionalità straniera residenti in città sono 8.254 (3.936 uomini e 4.318 donne), pari al 13,65% della popolazione. Le nazionalità più presenti sono Albania (991 persone), Romania (651), Cina (568), Pakistan (534), Perù (520), Bangladesh (480), Ucraina (434), Ecuador (386), El Salvador (316) e Marocco (301).
All’anagrafe cittadina sono registrati anche 2.963 ex residenti a Legnano (e che quindi non rientrano nel computo della popolazione cittadina) ora iscritti all’Aire: risiedono per la maggior parte nel Regno Unito (432), in Svizzera (397), Francia (303), Argentina (256), Spagna (247), Germania (198) e Stati Uniti (174).
Boom di matrimoni civili
I matrimoni registrati nel 2023 sono stati 151, di cui larga parte (103) con rito civile; la grande maggioranza di queste coppie erano già conviventi. Il regime della separazione dei beni è stato scelto dal 70% delle coppie.
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