Cramis porta “Frenny” in carcere a Busto. «È la mia seconda casa»

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BUSTO ARSIZIO – È passato oltre un anno dall’uscita di “Frenny”, successo editoriale dell’autunno 2018. Eppure Francesca Cramis, la protagonista del libro, e Giorgio Edoardo Dalceri, l’autore della sua biografia, continuano a girare l’Italia. Il prossimo fine settimana, per esempio, sono attesi a Catania. Per loro, invece, questa mattina 3 dicembre si sono aperte le porte del carcere bustocco di via per Cassano. Una presentazione inedita in pieno stile Cramis, avvocato penalista capace di rompere gli schemi al tribunale di Busto Arsizio (e non solo) e a conquistarsi il rispetto dei tanti criminali che ha difeso, ma anche di magistrati, colleghi, operatori di giustizia.

L’avvocato dei colpevoli

Lo dimostra la presenza questa mattina in carcere del gip Luisa Bovitutti che ha ricordato il trentennale rapporto di affetto che le lega, pur nel rigoroso rispetto dei ruoli di ciascuno. «Anni fa tra noi giudici girava questa voce: se un detenuto si è scelto la Cramis è sicuramente colpevole», ha detto Bovitutti, rompendo il ghiaccio con ilarità prima di tornare immediatamente seria. «Le ho sempre rimproverato il suo attaccamento viscerale con i suoi assistiti. Le dicevo: devi mantenere una certa distanza. E invece, a seconda delle occasioni, diventa mamma, sorella, amica o psicologa».

La mia seconda casa

È capitato infatti, e capita tuttora, che anziché farsi pagare per la sua prestazione professionale, è lei a farsi carico dei clienti detenuti, portando loro le sigarette o prendendosi cura delle famiglie fuori dal carcere. «Questo perché qui mi sento a casa: una parte di me ha vissuto qui dentro», ha ricordato Cramis. «Credo fermamente nella funzione riabilitativa del carcere e non punitiva». Proprio per questo motivo lei e Dalceri – ed è il reale motivo della visita odierna – hanno donato alcune copie di “Frenny” alla biblioteca della casa circondariale, a disposizione dei detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria.

Empatia e umanità

A fare gli onori di casa il direttore della casa circondariale di Busto Arsizio, Orazio Sorrentini: «Dell’avvocato Cramis mi ha sempre colpito la grande empatia con i propri assistiti e la sua umanità. È una persona molto diretta che guarda negli occhi le persone e ha il coraggio delle proprie opinioni». Nel pubblico, tra agenti della polizia penitenziaria, avvocati e magistrati di sorveglianza, anche il consigliere comunale di Busto Alessandro Albani e i sindaci Gianni Montano (Olgiate Olona) e Mirella Cerini (Castellanza).

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