L’industria altomilanese tiene. Ma pesa l’incertezza per la guerra nell’Est

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LEGNANO – Nel primo trimestre di quest’anno la produzione industriale delle imprese dell’Alto Milanese si è mantenuta nel complesso stabile, pur con qualche distinzione settoriale: in crescita per il comparto moda, stazionaria per il chimico-plastico, in lieve calo per il meccanico. Sono i risultati dell’indagine congiunturale trimestrale sull’industria locale effettuata dal Centro Studi di Confindustria Alto Milanese su un campione chiuso di imprese associate e resa nota oggi, venerdì 13 maggio.

Fatturato in aumento per il 65% delle aziende del campione, così come i prezzi di vendita dei prodotti. In salita anche il livello di scorte per i settori chimico e meccanico, mentre è risultato in flessione per le imprese della moda, anche per motivi di stagionalità. Positivo il portafoglio ordini, anche se in misura minore rispetto al trimestre precedente, sia per le commesse interne sia per gli ordinativi esteri. La situazione geopolitica ai confini dell’Europa ha amplificato i rincari di energia e di altre materie prime, che solo in parte le imprese sono riuscite a trasferire sui listini di vendita, sacrificando così i margini. Sostanzialmente uguali i livelli occupazionali.

Fiducia in calo e occupazione ferma

Pesano sulle aspettative la scarsità di materiali e l’incertezza per l’evoluzione della guerra Russia-Ucraina. Il clima di fiducia delle imprese è tuttora buono, benché sia peggiorato rispetto al quarto trimestre 2021. Il rinnovo degli incentivi e l’accesso al credito, ancora facilitato, hanno spinto le aziende a pianificare nuovi investimenti per i prossimi sei mesi (il 60% del campione ha in programma spese in conto capitale). Le previsioni di un aumento di fatturato si sono indebolite.

Con riferimento al semestre a venire, il 47% del campione (era il 55% nel trimestre scorso) si attende un incremento, il 44% una stabilità, il 9% un’ulteriore contrazione.

L’andamento per settori

Settore meccanico. Il primo trimestre 2022 ha registrato una piccola flessione della produzione e del fatturato. Il portafoglio ordini ha confermato la tendenza favorevole sia per le commesse interne sia per gli ordini provenienti dall’estero. Per il 53% delle imprese, le prospettive di fatturato a sei mesi sono in crescita (era il 70% nella precedente rilevazione), in linea con le indicazioni più generali. Per quanto riguarda gli investimenti, è diminuita al 53% (rispetto al 65% dell’ultimo trimestre 2021) la quota di aziende che pensa di acquistare macchinari e impianti. In modesto incremento i livelli occupazionali.

Settori tessile-abbigliamento e calzaturiero. Produzione industriale in debole crescita, seguita dal consolidamento dei livelli di fatturato. In progresso la consistenza del portafoglio ordini, sia estero che interno. Continua la salita dei costi delle materie prime impiegate nel processo produttivo, solo in minima parte trasferita sui listini prezzi con conseguenti tensioni sulla marginalità. Le imprese del settore si mantengono caute sull’andamento a breve termine. Nei sei mesi a venire le attese sono per un miglioramento delle vendite per il 50% del campione (era il 60% nella precedente rilevazione), mentre la volontà di effettuare investimenti si è confermata in linea con il trimestre precedente.

Settori lavorazione materie plastiche e chimico. La produzione delle aziende chimico-plastiche è risultata di fondo stabile, con il grado di utilizzo degli impianti industriali ritenuto ancora soddisfacente. Il fatturato è risultato in aumento per il 70% del campione. Salgono anche il flusso di nuovi ordinativi sia italiani sia esteri e le scorte di prodotti finiti. Le imprese del comparto segnalano una marcata ascesa dei costi delle materie prime, solo in parte ribaltati sui listini di vendita. Positive le aspettative di fatturato per i prossimi sei mesi (38% delle aziende) e la propensione a investire (75% del campione).

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