MALNATE – Omicidio Carmela Fabozzi: oggi, 21 giugno, si è aperto ufficialmente il processo a carico di Sergio Domenichini, accusato di aver assassinato l’anziana durante una rapina nella sua abitazione, e di Antonio Crisafulli, accusato di favoreggiamento privato. Il secondo avrebbe infatti aiutato Domenichini a disfarsi della refurtiva, mentre questo era ancora ricoperto di sangue della vittima. Secondo l’accusa con una Fiat 500 affittata dal presunto assassino, lo avrebbe accompagnato, ancora sporco di sangue, a disfarsi dei cellulari della vittima e in un compro oro per liberarsi della refurtiva.
Il rinvio a giudizio
Oggi, davanti al Gup del tribunale di Varese Stefania Pepe, l’accusa ha chiesto il rinvio a giudizio per entrambi. La difesa di Domenichini ha cercato di ottenere un rito abbreviato, come sempre in questi casi. Domenichini, che aveva conosciuto in un centro associativo, avrebbe colpito la vittima nove volte con un vaso. Gli inquirenti avrebbero rilevato le sue impronte ovunque. Domenichini non ha mai detto una parola: mai risposto alle domande di Gp e Pm. La richiesta è stata rigettata, in quanto il decreto legislativo firmato da Salvini prevede che tutti i reati punibili con l’ergastolo vengano giudicati davanti a una corte d’assise con giuria popolare. Potrà essere reiterata davanti alla corte stessa. La difesa di Crisafulli ha invece chiesto in prima istanza una messa alla prova e in subordine l’ammissione a rito abbreviato.
Le parti civili
Il figlio e la nipote della vittima, assistiti dall’avvocato Andrea Boni, si sono costituti parte civile. L’udienza è stata aggiornata al 28 giugno per repliche e decisione del giudice. Figlio e nipote sono sempre rimasti composti, nervosi, giustamente, addolorati e senza alcuna voglia di rilasciare una dichiarazione. L’udienza è stata aggiornata al 28 giugno quando, dopo le repliche il Gup delibererà.