MALPENSA – E’entrata in aeroporto nel 1981, quando Malpensa era unicamente il Terminal 2. Ironia della sorte lo lascia ora, 39 anni dopo, con il solo Terminal 2 in funzione. Ma in tutto questo tempo Lidia Musumeci, vicedirettore Enac e Process Manager della Direzione Aeroportuale, ha vissuto tutti i periodi di più grande trasformazione nella storia di Malpensa. Dalla costruzione di Malpensa 2000 al dehubbing di Alitalia, dalla crisi del 2001 al traffico record con il Bridge dello scorso anno. Raggiunge la pensione ora, nel pieno della pandemia che ha quasi azzerato i movimenti in piazzale.
Un pilastro per Malpensa
In tutti questi anni Musumeci è stata una presenza silenziosa ma imprescindibile per il corretto funzionamento dell’aeroporto. Ne sanno qualcosa i sindacati e i sindaci del territorio, con cui il rapporto è stato costante, ma anche tantissimi addetti aeroportuali che ha incrociato nel suo lungo percorso professionale. Rigorosa nel suo lavoro, ha sempre trattato tutti mettendo al centro il rispetto della persona, fosse il Ceo di una compagnia aerea o l’ultimo lavoratore di Malpensa. In aeroporto la conoscono tutti. Una presenza costante, la sua, a cui ha derogato soltanto nel biennio 2007-’08 quando ha temporaneamente lasciato la brughiera per assumere il ruolo di direttore degli aeroporti di Bergamo e Brescia.
Un semplice grazie
Il suo incarico termina ufficialmente alla fine del mese, ma oggi si è congedata con una mail da tutte le persone con cui ha lavorato a stretto contatto per far crescere l’aeroporto: «Tanto è stato fatto in questi anni, assieme abbiamo sostenuto la crescita del nostro aeroporto e ognuno ha dato il suo contributo. Le numerose attività, che mi hanno vista coinvolta, mi hanno permesso di apprezzare le qualità umane e professionali di ognuno e posso serenamente sostenere che collaborare con voi è stata una bella esperienza. Esprimo a tutti voi, con profonda gratitudine, un sincero augurio di un futuro pieno di soddisfazioni. Data la situazione contingente, non potrò stringervi la mano. Vi saluto, con un semplice Grazie, augurandomi di poterlo fare di persona quando la fase in corso volgerà verso la normalità».