Medici in trincea negli ospedali di Busto e Gallarate. La loro rabbia davanti a Fontana

ospedali mEDICINA FONTANA

BUSTO ARSIZIO –  Operatori sanitari a faccia a faccia con i vertici regionali, il governatore Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, nel tardo pomeriggio di venerdì 22 giugno, ai Molini Marzoli. Incontro organizzato dalla fondazione Carnaghi-Brusatori, con la collaborazione delle amministrazioni civiche di Busto e Gallarate, per discutere di ospedale unico e, soprattutto, della difficile, quasi drammatica situazione gestionale dei nosocomi delle due città.

La quattro notizie

Quattro le notizie a conclusione del vertice. La prima: il nuovo ospedale “in condominio” si farà. E’nei programmi di Palazzo Lombardia e, al momento, nulla preclude alla realizzazione del progetto. La seconda: la carenza degli organici costituisce un grave problema per l’efficienza e la funzionalità delle prestazioni sia al Circolo di Busto sia al Sant’Antonio Abate di Gallarate. La terza: la colpa di questa incresciosa e preoccupante situazione è della politica sanitaria del Governo che stringe i cordoni della borsa e vara leggi restrittive sul versante della spesa e delle assunzioni. E ultimo, ma non ultimo, del numero chiuso nelle facoltà di medicina. La quarta: la festa è finita. Ciò a dire che non ci sono più risorse, che mancano i soldi e che, nonostante tutti gli sforzi, nessuno può fare miracoli.

Sì all’ospedale del futuroospedali medici fontana

E allora, come si pagherà il nuovo ospedale? Attilio Fontana ribadisce che è una volontà del territorio e che la Regione farà il possibile per soddisfarla. Di più: i soldi per finanziare l’intervento (“Sarà l’ospedale del futuro”) potranno essere trovati. Tempi e modi non sono stati resi noti, ma l’impegno è stato preso davanti alla folta platea di amministratori e addetti ai lavori. Per dirla in un altro modo, indietro non si torna. Il punto centrale della riunione è però un altro, riguarda il “grido di dolore”, come l’ha definito il sindaco Emanuele Antonelli (accanto a lui il collega di Gallarate, Andrea Cassani), che arriva dagli operatori ospedalieri. Medici in trincea, ci verrebbe quasi da dire, rispetto ad organici insufficienti, a turni massacranti, a equilibrismi per gestire un contesto che penalizza Pronto soccorso, Pediatria, Oncologie, Medicine e molti altri reparti. Fontana e Gallera ne prendono atto. Ne erano già a conoscenza per le prese di posizione dei primari e di un folto gruppo di medici dell’Asst che, in scia a due consiglieri di Busto al centro, anche loro medici, Gianluca Castiglioni e Michela Provisione, hanno firmato un appello affinché si intervenga per salvare il salvabile.

Il “grido di dolore” dei sanitari

Filippo Crivelli, primario di Anatomia patologica, Carlo Costantini, responsabile di una unità di Medicina, Simonetta Cherubini, primario di Pediatria, prendono la parola davanti alle autorità regionali. E sciorinano un rosario di lacune clamorose, di sforzi per tenere comunque botta e garantire l’assistenza, di impegno oltre ogni misura e, spesso, in violazione dei parametri di legge. Un disastro operativo, con rischi seri per i due Pronto soccorso e per i reparti materno-infantili. Mancano medici di emergenza urgenza e pediatri. Crivelli fa il paragone con Varese: là, 22 medici per un solo pronto soccorso, a Busto e Gallarate soltanto 14 per due strutture di emergenza. Con una differenza: a Varese il numero delle prestazioni annue è inferiore a quelle delle due strutture dell’Asst della Valle Olona. Soluzione? Proposta di Filippo Crivelli:“E’il momento delle decisioni anche impopolari. Mi domando: sono necessari due pronto soccorso a distanza di pochi chilometri uno dall’altro?”

Pediatria a rischio chiusuraospedali medici fontana

Di più, Simonetta Cherubini annuncia che senza rinforzi la Pediatria di Busto potrebbe chiudere i battenti dal primo luglio. Giuseppe Brazzoli, il dg dell’Asst ascolta i cahier de doléances, che come minimo conosce da tempo. Parla Luigi Cajazzo, il direttore generale della sanità lombarda. E parla l’assessore Gallera. Risposte che cercano di mitigare gli scenari locali. Gallera ricorda gli sforzi concreti per migliorare l’assistenza in regione. Sottolinea i termini della riforma del 2015, propone e in qualche modo dispone. Ma sullo sfondo rumoreggia il malcontento generale. L’ospedale unico è la soluzione. Bene che vada ci vorranno cinque o sei anni prima che sia terminato. Nel frattempo non si può stare con le mani in mano. Anche questo lo chiede il territorio. Non come normale aspettativa, ma con un “grido di dolore”, appunto.

Ospedali medici fontana – MALPENSA24