Evasi dal Beccaria di Milano, tre rintracciati, caccia ad altri quattro

Don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria

“Mi telefoneranno, li riporterò indietro”. Così Don Gino Rigoldi, cappellano dell’Istituto minorile Beccaria dal quale sono scappati in sette, é convinto di poter risolvere la situazione. Dei giovani fuggiti dalla struttura grazie a impalcature e recinzioni forse danneggiate, due sono stati arrestati e un terzo é tornato indietro di sua spontanea volontà. Intanto il bilancio della loro iniziativa, ha prodotto una rivolta di altri detenuti, incendi con quattro agenti intossicati finiti in ospedale. Otto giovani detenuti, al netto delle proteste, sono già stati trasferiti in altri penitenziari, mentre per i tre maggiorenni protagonisti della fuga, si aprono le porte del carcere per “adulti”.

La fuga

In cinque, tra i 17 e 19 anni, italiani, marocchini e sudamericani, hanno sfruttato il campo di calcio dove stavano giocando, per sfruttare un’impalcatura e una parete marcia per scappare, uno di loro con tanto di lenzuolo per calarsi. Solo poche ore dopo però, due dei fuggiaschi si sono costituiti, convinti dalle loro famiglie, mentre un terzo é stato catturato. La Penitenziaria é ora sulle tracce degli altri quattro evasi. Tre le inchieste partite subiti dopo le fughe: quella della Procura per i Minorenni del Procuratore Cascone, quella della Procura di Milano e quella interna all’Amministrazione penitenziaria.

Le polemiche

Oltre 20 anni senza un direttore effettivo, 16 anni di attese per manutenzioni mai terminate, quanto accaduto ha sollevato un vespaio sulla gestione del carcere minorile di Milano, una volta modello di avanguardia, recupero e struttura. Anche qui troppi detenuti e, secondo il sottosegretario Ostellari, non ci dovrebbero essere detenuti maggiori di 18 anni, come invece avviene.

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