Molestie sui posti di lavoro, ne è vittima una donna su due

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Una donna su due è vittima di molestie o discriminazioni sui luoghi di lavoro. Un tema che, purtroppo, non finisce mai di essere d’attualità, a volte affrontato con sufficienza nonostante, secondo i risultati di una recente ricerca, sembra essere più diffuso di quanto si possa pensare. Lo si evince dai dati dell’indagine della Fondazione Libellula, un ente che opera con l’obiettivo di prevenire e contrastare la violenza sulla donne e la discriminazione di genere. Un lavoro, quello della Fondazione, che fa perno sul fattore culturale.

Le testimonianze

Le testimonianza raccolte (4300 le lavoratrici coinvolte) riferiscono di spiacevolissimi episodi, che vanno dalle battutine allusive agli apprezzamenti estetici pretestuosi, fino a messaggi non richiesti e, addirittura, a ricatti sessuali. Una condizione di difficoltà per molte donne, a volte anche discriminate durante il periodo di gravidanza: le promozioni, cioè gli avanzamenti di carriera, in questo frangente premiano di solito i colleghi uomini.

I condizionamenti

La situazione è di per sé allarmante. Più di una donna su due (55 per cento) si dichiara vittima diretta di molestia o discriminazione sul lavoro. Il 22 per cento ha avuto contatti fisici indesiderati e il 53 per cento dichiara di aver ricevuto complimenti espliciti non voluti. Quasi scontato sottolineare che gli autori delle molestie sono per il 55 per cento i colleghi. Tutto ciò condiziona il comportamento delle lavoratrici, le conseguenze riguardano una limitazione del proprio comportamento “per paura che possa essere male interpretato o portare a conseguenze negative. Il 58 per cento delle donne intervistate non reagisce in modo efficace di fronte a una molestia, di queste il 38 pe cento non vuole passare come persona aggressiva o ‘quella che se la prende’, mentre l’11 per cento non sa come comportarsi”.

Pleonastici i commenti su un contesto che, secondo i risultati della Fondazione che ha effettuato l’indagine, appare del tutto sconfortante. Frutto probabilmente di un dato culturale che fatica a scomparire anche nel nostro Paese. Attorno alle molestie, non soltanto sui posti di lavoro, la strada per cancellarle appare ancora molto lunga e tortuosa. Anche perché sullo sfondo di certi atteggiamenti fa premio un “modo di essere” che ha radici appunto in una questione di cultura sociale, di identità o, meglio, di sbagliati convincimenti sulla superiorità di genere.

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