Si offrì come ostaggio sul bus dirottato. Nicolò Bonetti premiato a Busto

nicolò bus dirottato busto 04

BUSTO ARSIZIO – «Ho fatto la cosa giusta per i miei compagni, ho visto che erano un po’ impauriti», ha raccontato Nicolò Bonetti della sua scelta di offrirsi come ostaggio quando Ousseynou Sy dirottò il bus su cui era a bordo la sua classe. «Tutto tranquillo, dal giorno dopo è stato dimenticato tutto», ha voluto rassicurare. Oggi, sabato 18 maggio, lo studente di Crema è stato accompagnato dal padre a Busto Arsizio, città d’origine della nonna materna, dove ha ricevuto dal sindaco Emanuele Antonelli un riconoscimento per il suo gesto.

nicolò bus dirottato busto 01

“Nessuno esce più vivo di qui”

A Palazzo Gilardoni Antonelli ha consegnato a Nicolò una borsa con i gadget del “Il bello di vivere a Busto”, una targa a lui intestata, donata da tutte le donne della provincia di Fratelli d’Italia, di cui era presente una delegazione, e lo stemma cittadino. Il sindaco ha quindi richiamato l’attenzione sul valore dello studio: «Lunedì ti chiamerò per sapere com’è andata la verifica che stai preparando, è la cosa più importante». Il giovane ha ricordato il dirottamento: «Al mercoledì facciamo educazione fisica, dopo la lezione il pullman doveva riportarci a scuola. L’autista deve sempre fare una particolare manovra per tornare indietro ma quel giorno ha ordinato di allontanarsi dalle porte e ha detto: “Nessuno esce più vivo di qui”. Ha mostrato il coltello e con le fascette ha ammanettato quasi tutti: io però son riuscito a liberarmi, non erano difficili da staccare. Come primo ostaggio ha preso una mia amica, poi mi sono offerto io. Ha imboccato la Paullese e si è fermato due o tre volte per la benzina, per versarla in tutto il pullman. Due secondi prima ci diceva “tutti tranquilli”, due secondi dopo che ci avrebbe ammazzati tutti. Un mio amico è riuscito a prendere un cellulare che era caduto per terra, l’ha passato a Rami che ha telefonato e comunicato la nostra posizione. Verso Milano la polizia ha fatto un blocco che lui ha cercato di sfondare, ma sono riusciti a fermarlo. Chi è stato male è stato poi trasferito nei vari ospedali della zona, tra loro c’erano due dei miei migliori amici. Io ho rotto la fascetta e sono riuscito a scappare senza farmi niente».

nicolò bus dirottato busto 03

Dieci minuti terribili

«Vedendo che erano tutti un po’ impauriti, mi sono offerto io. Però considero eroi tutti quanti, dal primo all’ultimo, tutti hanno fatto la loro parte. Rami è un grande ed è un mio amico, ha fatto un gesto eroico».
Papà Gianluca ha raccontato la sua versione dei fatti: «È stata un’avventura devastante. Mi ha chiamato la scuola: “Stanno tutti bene”. Non sapevo niente, ero frastornato. C’era la piazza piena con il sindaco, i carabinieri, la camionetta e mi han detto: “Guardi che suo figlio è a San Donato”. Mentre io e mia moglie stavamo andando lì, abbiamo saputo che la Paullese era tutta chiusa e il bus incendiato. Ho fatto tutto sparato la Teem, quei dieci minuti prima che arrivasse la telefonata di mia sorella che erano in salvo, sono stati terribili: sono stato il primo ad arrivare. Sono stati tutti bravi però vorrei rimarcare il ruolo delle forze dell’ordine. Impressionanti, hanno fatto tutto senza alcun errore, tutti legati uno all’altro come anelli di un’unica catena». «Hanno spaccato i vetri con i manganelli, io allora sono scappato dal portone principale», ha aggiunto Nicolò. Dopo il gelato con il ministro dell’Interno, ora lo attendono Papa Francesco e il ministro dell’Istruzione, che riceveranno lui e la sua classe mercoledì 29 maggio a Roma.

nicolò bus dirottato busto 02

nicolò bus dirottato busto – MALPENSA24