No al venerdì in smart working. E la Tenova di Castellanza si ferma

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CASTELLANZA – L’azienda introduce lo smart working un giorno alla settimana, ma i dipendenti non ci stanno e incrociano le braccia. Succede alla Tenova di Castellanza, la ex Pomini (oggi Gruppo Techint, nella foto), azienda metallurgica dal brand internazionale che ha deciso di introdurre per cinque venerdì il lavoro da casa per gli impiegati, mentre non è possibile fare lo stesso con gli addetti alla produzione. Obiettivo dell’azienda, risparmiare sui consumi necessari per alimentare e riscaldare gli uffici almeno una volta alla settimana.

Decisione presa dall’azienda per risparmiare

Peccato che i sindacati non siano dello stesso avviso. Non sulla sostanza del provvedimento né sullo scopo, bensì sul metodo. «La decisione – lamenta la Uilm – è stata presa in totale autonomia dall’azienda, senza avvertire nessuno. Un atteggiamento non proprio in linea con le relazioni sindacali e che crea anche un precedente discutibile». Insomma, il sindacato non ha digerito la scelta imposta ai dipendenti dall’alto e senza confronto, o almeno una comunicazione preventiva. Per questo ieri, mercoledì 23 novembre, ha indetto uno sciopero di un’ora, che ha fermato l’intera attività della fabbrica.

Una protesta poco più che simbolica, ma assai condivisa, dal momento che vi hanno aderito non solo i diretti interessati, ma le intere maestranze dello stabilimento di via per Gerenzano. I rappresentanti sindacali fanno notare inoltre come «un lavoratore che il venerdì volesse essere in azienda a lavorare, non potrà farlo, con tutti i problemi che questo potrebbe procurargli».

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