Olgiate, ex oratorio del Buon Gesù: «Costi elevati e lavori ancora da finire»

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OLGIATE OLONA – Quando Alberto Pisoni, punto di riferimento del gruppo V.O.I., oggi confluito nella lista Olgiate Insieme guidata da Alda Acanfora dice, parlando della questione dell’ex oratorio del Buon Gesù che: «non è ancora finito», si riferisce al fatto che il cantiere ha già sforato i tempi di chiusura lavori, fissati per il mese di marzo, ma anche che di interventi da fare ce ne sono ancora. Anche per la prossima l’amministrazione.

Ma quanto è costata?

«La questione dell’ex oratorio del Buon Gesù è sempre stata una nostra battaglia», dice Alberto Pisoni, candidato consigliere alle prossime elezioni. Tanto che durante la conferenza stampa di Olgiate Insieme, convocata oggi, venerdì 17 maggio, è stato lui ad “aprire il fuoco”. E a parlare dei costi lievitati rispetto a ogni previsione. Sulla demolizione, «dai 125 mila euro stimati, si è passati a 270 mila»; e sulla costruzione dell’edificio che ospiterà la Cooperativa Promozione Lavoro, «da 530 mila si è passati, al momento, a 832 mila». Aggiunge poi Pisoni: «E non è ancora finita. Poiché la struttura non ha un magazzino, non ha un locale per il ricovero dei mezzi, non ha le grondaie e neppure un porticato. E poi dobbiamo contare anche i 70 mila euro spesi per gli arredi». Insomma, a conti fatti, quelli di Olgiate Insieme stimano che alla fine di tutto l’intervento sfiorerà il milione e centomila euro. «Senza considerare – sottolineano gli altri esponenti della lista – le spese di gestione che ne deriveranno. E che è impensabile accollarli in toto a chi entrerà in quella struttura».

Un passo indietro

L’inizio di tutta la vicenda parte da un colpo di benna. Quello che ha dato vita alla demolizione dell’ex oratorio. Struttura incompleta e ferma da decenni. E che, dicono quelli di Olgiate Insieme «da un giorno all’altro, senza dire niente a nessuno, l’attuale amministrazione ha deciso di abbattere». Per costruire quella che sarà la nuova base operativa della Cooperativa Promozione Lavoro. Ma i problemi sul progetto iniziano subito. Prima ancora di edificare. A rallentare il tutto  ci sono le macerie, che «vengono buttate nei locali interrati e ricoperti – interviene Alessandro Re – cosa che abbiamo segnalato sulla base del codice dell’ambiente. Facendo anche un esposto. Il cui iter si è concluso con una sanzione amministrativa e con l’obbligo di sanare la situazione creata. Ed è proprio da lì, dal ripristino, che i costi della demolizione salgono».

Un passo avanti

La nuova casa della Cooperativa c’è. E’ lì da vedere. Come anche il cantiere ancora aperto e dentro al quale si muovono mezzi e maestranze, «nonostante il sindaco Montano – spiega Pisoni – avesse annunciato la fine lavori per marzo di quest’anno». E ancora: «In Olgiate Insieme ci sono anche persone che quando ancora stavano in giunta avevano previsto spazi per il “Dopo di noi”. E che nell’edificio costruito non ci possono stare. Insomma bisognerà trovare un’altra soluzione. Oltre a dover realizzare tutte le opere citate sopra e che al momento non sono state realizzate. Poiché la realtà dice che dal 2014, anno in cui è iniziata la demolizione a oggi sono passati 5 anni. E l’opera, oltre che costosa, non è nemmeno stata ultimata».

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