Ospedale di Angera: Allea teme un altro ridimensionamento dopo la pandemia

ANGERA – Obiettivo: «Riportare il nostro ospedale a dare molto anche dopo la pandemia». Il gruppo di minoranza Allea ha un piano preciso. Per fare in modo che la fase 4 dell’emergenza Covid non porti il Carlo Ondoli di Angera a subire le stesse conseguenze della prima ondata. Dopo la primavera scorsa, infatti, il reparto di medicina era stato costretto alla chiusura. E ora che la struttura è stata rimaneggiata, diventando a tutti gli effetti un ospedale per malati Covid, la domanda sorge spontanea: «Che cosa ci lascerà questa seconda crisi?». E il capogruppo d’opposizione Milo Manica, a nome di tutta la squadra, mette sul tavolo alcuni spunti, «per dare nuova linfa vitale all’ospedale».

La situazione dell’ospedale di Angera

In questa fase della pandemia c’è stato un intervento generale sull’ospedale di Angera: la geriatria è stata trasferita a Tradate e l’ortopedia a Cittiglio, mentre il reparto di subacuti è andato Luino. Attualmente il Carlo Ondoli è divenuto a tutti gli effetti un ospedale per malati Covid. «Sembra che il Pronto Soccorso non subirà restrizioni, ma probabilmente per risolvere il problema delle consulenze ci sarà un impegno di ambulanze e sanitari che verranno tolti da altri compiti», precisa il gruppo Allea. E nella speranza che le decisioni prese siano efficaci, «noi ci riserviamo il compito di vigilare». Proseguono così: «Siamo consapevoli che in questi momenti drammatici tutte le risorse della sanità devono essere utilizzate per contrastare la pandemia e che le gravi criticità ci impongono di assumere atteggiamenti responsabili evitando polemiche sull’operato passato che potrebbero essere fraintese». Ma una domanda sul futuro dell’ospedale non possono evitarla.

Il progetto di Allea

Alla fine di tutto, quindi, che ne sarà dell’ospedale? Interviene Manica: «In questa drammatica situazione, il Carlo Ondoli serve al territorio, e noi ne siamo orgogliosi. Ma con l’obiettivo che possa tornare a dare molto anche dopo la pandemia, presentiamo un un progetto di rilancio della struttura (disponibile in versione integrale QUI)». Fra le richieste principali ci sono il «ripristino in loco dei responsabili delle varie unità operative, il mantenimento del reparto di medicina, di chirurgia – con gli stessi servizi prima del 2018 – e del reparto di ortopedia». Ma anche «il potenziamento del servizio di radiologia, la riqualificazione del laboratorio di analisi e interventi che possano garantire un effettivo supporto al Pronto Soccorso». E ancora: «Il mantenimento dei servizi ambulatoriali presenti, con l’aggiunta di urologia, pneumologia e dermatologia, insieme a un potenziamento di neurologia e con la piena realizzazione del progetto dell’ostetrica di famiglia». Si tratta di un progetto già presentato ad alcuni tavoli istituzionali, specificano, che viene offerto come base per un lavoro più ampio destinato alla sanità della provincia.

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