Pazza idea al Castello di Fagnano: il sindaco medita il reset della giunta

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FAGNANO OLONA – Reset. Se la giunta di Fagnano avesse il tasto dell’oblio il sindaco Elena Catelli non avrebbe dubbi: lo premerebbe per azzerare questi primi mesi di mandato e ripartire con un’altra squadra. E forse con un assetto politico differente dagli accordi raggiunti che si sono rivelati solidi come la carta velina. Ma resettare una giunta, tanto più a distanza di pochi mesi dall’insediamento, non è certo cosa semplice. Sarebbe un’ammissione degli sbagli commessi, che richiede forza e coraggio in questo momento in cui la politica, anche in piccole realtà, è esposta ai quattro venti.

Insomma, azzerare e ripartire è al momento una “pazza idea”. Che però frulla nella testa del sindaco. Ancor di più nelle ultime settimane. Almeno da quando il primo cittadino ha chiamato tutta la maggioranza a rapporto per guardarsi negli occhi e mettere sul tavolo le cose che non vanno. Ma anche per iniziare a far passare il concetto di un cambiamento in vista.

Azzerare tutto o quasi

Elena Catelli forse non l’ha detto in maniera esplicita, ma ha fatto chiaramente intendere che nessuno dei suoi assessori si deve sentire blindato. Un messaggio che è arrivato al cuore dei membri di giunta, ma soprattutto dei vertici dei partiti di maggioranza. Che al momento “fanno gli indiani”, ma sotto sotto hanno già iniziato a ragionare su schemi e geometrie politicamente variabili per portare a casa le posizioni, trovare i nomi e piazzare le bandierine.  Preludio al ritorno delle tipiche lotte intestine, mai superate e sopite solo dal successo elettorale.

Ma non è detto che questa volta andrà esattamente come propone e dispone la politica locale. Tanto più che qualcuno ha iniziato a incrociare norme nazionali e regolamento comunale per capire quanti assessori esterni possono entrare nella giunta di Fagnano. “Tre”, si è lasciato scappare qualcuno, lasciando intendere che la verifica è stata fatto e che il sindaco sia alla ricerca di persone che abbiamo l’X factor amministrativo e soprattutto la passione e la voglia di maneggiare quella che al momento è una patata bollente.

Mazzo da mischiare

Insomma se fino a qualche giorno fa le carte sul tavolo erano quelle dei consiglieri eletti, ora inizia a prendere corpo la voce che al Castello possa arrivare qualche jolly in grado di far cambiare passo all’amministrazione e dare maggiori garanzie e tranquillità a un sindaco che potrà anche fare tante cose, ma non tutto. Sta di fatto che se davvero gli esterni di giunta saranno tre, significa che a rotolare saranno altrettante teste. Che, lasciato il posto da assessore, torneranno a sedersi in consiglio. E qui sta proprio il punto e forse anche il problema: Elena Catelli dovrà lavorare di ascia e cesello. Ovvero tagliare e limare per non rischiare di avere troppi musi lunghi tra i banchi dei consiglieri. Ed è per questo che da giorni le bocche del centrodestra sono sigillate dal miglior silicone in commercio. Non tutte.

Nel nome del padre

In casa Moltrasi la politica è una passione di famiglia. Trasmessa di padre (Carlo) in figlio (Gabriele). E questo lo si è visto anche nell’ultimo consiglio quando Moltrasi (padre) dal pubblico è più volte intervenuto in difesa di Moltrasi (figlio). Fino a essere ripreso non dal presidente del consiglio Mannino, ma dal consigliere d’opposizione di Siamo Fagnano Marco Baroffio il quale l’ha invitato a compiere un passo indietro. E, racconta qualcuno facendo ben attenzione a scampare alla caccia alla talpa scattata dentro al centrodestra, che il siparietto di famiglia si sia riproposto anche durante l’ultima riunione di maggioranza. Con Moltrasi (padre) a catechizzare e bacchettare il sindaco colpevole, a suo dire, di aver lasciato l’assessore (figlio) in beata solitudine in pasto agli attacchi delle opposizioni. Qualcuno racconta anche che Carlo Moltrasi abbia messo becco sul possibile futuro ruolo dell’attuale assessore ai Lavori pubblici in previsione dell’annunciato rimpasto.

Alla fine ne rimarrà uno solo. Forse due

Se la matematica non è un’opinione e se verrà confermato l’ingresso in giunta di tre esterni, significa che gli assessori “politici” alla fine saranno due. Il problema è chi dei quattro oggi in giunta. In questo momento i “vasi” più fragili sono Claudia Guaglianone di Fratelli d’Italia e il vicesindaco Piera Stevenazzi (Forza Italia?), che ha quale unico ombrello di protezione il sindaco Catelli. Guaglianone e Stevenazzi, fino a ora risparmiate dal vento della critica delle opposizioni, sono state però (dicono gli insider) impallinate dal fuoco amico. Anche la permanenza in giunta di Fausto Bossi è probabile, ma non è così scontata. Al primo giro l’assessore e segretario leghista l’ha sostanzialmente scampata. E tutti, anche in Lega, sanno che la rivoluzione totale potrebbe non risparmiarlo. Infine Gabriele Moltrasi. Per uno strano giro di coincidenze il più criticato dalle opposizioni e anche il più sicuro della riconferma. Probabilmente non ai Lavori pubblici, ma con altre deleghe. Che non è detto siano quelle suggerite dal padre nella riunione di maggioranza, il quale ha certamente parlato per Forza Italia, ma in assenza di qualche colonnello azzurro fagnanese.

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