Pedemontana «salva in zona Cesarini»: prorogati i termini delle gare causa Covid

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MILANO – I termini delle gare per individuare i partner di Pedemontana in scadenza il 26 febbraio verranno prorogati a causa del Covid e della normativa che ha sospeso per 82 giorni i termini amministrativi. Questo il risultato della Commissione Regionale Bilancio che si è tenuta ieri, 28 gennaio. Al centro il tema delle gare per partire con i lavori volti a realizzare le due tratte di autostrada fra Lentate sul Seveso e la tangenziale Est a Vimercate (B2 e C). Alla seduta era presente anche il presidente di Pedemontana, Roberto Castelli, che ha dichiarato: «Auspichiamo che Regione Lombardia sottoscriva l’aumento di capitale sociale inoptato della società», ovvero quel passaggio da 300 a 650 milioni di euro che è stato approvato dalla società. Aumento che però «a oggi non si è ancora concretizzato». Con la speranza di vederlo ufficializzato «entro i termini che l’assemblea societaria aveva stabilito»: il 31 marzo.

La speranza di «un affare»

Il valore complessivo della gara arriva a 1,65 miliardi di euro. La realizzazione della Pedemontana è affidata a un project financing che prevede una parte di contributo pubblico e una costituita dai pedaggi e dalle attività della società. Da parte di Regione Lombardia si parla di un apporto di 600 milioni di euro che è stato già stabilito lo scorso anno. Così Castelli: «Sono prestiti, Regione sarà remunerata alle condizioni di mercato». E ha aggiunto: «Si spera che faccia un affare». Come accadrebbe «se l’autostrada dovesse funzionare come succedeva prima del Covid sulle tratte già in esercizio, che generavano utili molto interessanti».

«Terreno minato»

Sulla questione è intervenuto anche il presidente di Onlit, Dario Balotta, che senza mezzi termini ha sottolineato: «L’autostrada è sotto due spade di Damocle: la scadenza del termine entro il quale avrebbe dovuto ottenere dal mercato il mostruoso finanziamento bancario che serve a finirla (oltre 2 miliardi di euro), e la scadenza del diritto di espropriare le aree dove dovrebbe passare. Se anche una sola delle due proroghe saltasse, verrebbe meno l’intero progetto». E incalza: «Alcune fonti di stampa avevano affermato che era stata concessa una proroga di tre mesi per la ricerca del finanziamento. Oggi altre fonti dicono il contrario, che sarebbe stata concessa la proroga degli espropri ma non quella del finanziamento. Da Pedemontana nessuna nota ufficiale». Insomma, prosegue, «nessuno sa se sono state concesse entrambe le proroghe, non ne è stata concessa nessuna, oppure una si e l’altra no (e quale). Il terreno resta però minato. Se entrambe le proroghe saranno concesse si andrà avanti per altri 3 inutili mesi, perché in 3 mesi è difficile ottenere un mutuo per un bilocale, figuriamoci un prestito da 2 miliardi per un’opera che non ha i numeri per ripagarlo. Se non ne è stata concessa nessuna il progetto è morto, e forse finalmente qualcuno riporterà la concessione nelle mani pubbliche che già hanno pagato oltre l’80% dell’investimento fin qui eseguito, e che ogni giorno tramite i singoli utenti lo pagano una seconda volta versando le (esose) tariffe». Anche altri scenari vengono proposti da Balotta: «Se non è stata concessa la proroga degli espropri, occorrerà riapprovare l’intero progetto e farli partire di nuovo. Se non è stata concessa la proroga del finanziamento, decade il diritto alla defiscalizzazione dei guadagni futuri (mezzo miliardo in meno di tasse da pagare, mentre le imprese e i lavoratori italiani soffrono per la crisi-Covid) e di nuovo niente finanziamento e prima casella. Nel frattempo Regione Lombardia avrà buttato altri 350 milioni di preziosissimi euro tolti ai trasporti pubblici, alla sanità e a chissà cos’altro».

«Pedemontana salva in zona Cesarini»

Così invece Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5S Lombardia: «Pedemontana in ritardo sui tempi si salva in zona Cesarini, causa epidemia. Mi chiedo se i dati forniti per la gara siano corretti o se come quelli per la zona rossa siano affetti da qualche “baco”. Che finirebbe per trasformare l’autostrada più cara d’Italia, in quella più cara al mondo». E ancora: «Chissà se tra i requisiti di gara hanno anche messo tanta pazienza e comprensione».

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