Per Joe Biden il voto di “midterm” è già un incubo

elezioni america biden

di Giacomo Iametti

Sono passati già due anni dalla notte elettorale del 2020 che portò alla casa bianca il 77enne Joe Biden. Da allora è davvero cambiato il mondo: finita la pandemia, il mondo, o parte di esso, si trova coinvolto in conflitto con la Russia di Putin, mentre la crisi energetica e l’inflazione sferzano l’occidente, senza voler poi considerare la crisi politica dell’Inghilterra e le liturgie cinesi che hanno portato al terzo mandato di Xi Jinping. 

Dunque due anni lunghissimi, che hanno visto Joe Biden sprofondare nei sondaggi, con il punto più basso toccato nel gradimento a seguito della fuga dall’Afghanistan e con una leggera risalita nella primavera scorsa, dovuta, secondo gli analisti, alla guerra in Ucraina.  

In questo scenario di incertezza economica e di instabilità politica mondiale gli americani saranno chiamati ad un primo verdetto sulla presidenza di Joe Biden. Le elezioni di medio termine, vedranno il rinnovo di un terzo dei seggi del Senato 33 su 100 e di 435 membri della Camera dei Rappresentanti.

Ad oggi entrambi i rami del Congresso americano sono a maggioranza democratica, frutto del voto del 2020. Una maggioranza più solida alla Camera dei Rappresentanti con 221 seggi ai Dem contro 212 ai Repubblicani, mentre al Senato la situazione per i democratici è risicatissima con 50 senatori ai democratici e 50 al Gop, con il solo voto della vice presidente Kamala Harris che consente formalmente ai democratici di rivendicare la maggioranza.  Maggioranza sottile per Joe Biden e i democratici, che non possono permettersi nessuna defezione il prossimo 8 novembre. 

Cosa dicono i sondaggi?  Come sempre i media italiani non danno un grande spazio alle elezioni di midterm, e allora proviamo a capire dove la partita si deciderà. L’equilibrio come sempre riguarda gli Stati che nel 2020 hanno determinato la vittoria di Biden: Georgia, Nevada, Arizona, Pennsylvania, Wisconsin. Un occhio poi a New Hampshire, Iowa e alla California, quest’ultima con un occhio particolare ai seggi della Camera.

La sfida del Senato è accesissima

Gli ultimi sondaggi registrano una risalita repubblicana nel seggio della Georgia, che voltò le spalle a Trump nel 2020, nello Stato del sud si vota anche per il Governatore e sembra prospettarsi una vittoria Repubblicana, se il seggio senatoriale andasse ai Repubblicani, sarebbe un colpo piuttosto duro e forse decisivo per il cambio di maggioranza al senato.  Infatti appare davvero difficile che i Dem possano scalzare qualche seggio ai Repubblicani. 

In Georgia la sfida riguarda Herschel Walker per il GOP e il senatore Dem Raphael Warnock, con il primo in vantaggio di 2 punti percentuali, ma con un trend che sembra allargarsi di giorno in giorno. Infatti i repubblicani per riconquistare la maggioranza dovrebbero raggiungere quota 51, quindi basterebbe un solo seggio per strappare la maggioranza nel ramo alto del parlamento, mettendo così in grave difficoltà l’agenda Biden. 

Dinamiche molto simili alla Georgia anche per Nevada e Pennsylvania.  A Las Vegas il margine tra l’uscente democratica Cortez Masto e il suo sfidante, l’avvocato repubblicano Adam Laxalt è sottilissimo, anche se un ultimo sondaggio vede Laxalt avanti di ben 4%.  In Pennsylvania, nelle stato della Rust Belt, il candidato trumpiano Oz (sì, proprio il Dr. Oz star della Tv) è avanti, nell’ultimo sondaggio pubblicato di 3% al candidato democratico John Fetterman, reduce da un grave problema di salute che ha radicalmente segnato la sua campagna elettorale. 

I Dem sembrano tenere in Colorado e New Hampshire, anche se in quest’ultimo il margine è davvero molto stretto. In Wisconsin, dove qualche mese fa i Dem sembravano poter contendere il seggio al senatore del Gop uscente, sembrano ora in difficoltà. 

In ogni caso secondo la media dei sondaggi i Repubblicani potrebbero addirittura portarsi a quota 53 in Senato (maggioranza considerata piuttosto ampia) contro 47 seggi in quota democratica.

Da registrare come il partito repubblicano sia in risalita anche nei sondaggi per le elezioni locali. In particolare si deve registrare una probabile e clamorosa vittoria del candidato alla carica di governatore nello stato dell’Oregon dove da quasi 40 anni non vince un repubblicano. 

Oltre ai clamorosi dati che giungono dall’Oregon, schiaccianti si prospettano le vittorie in Nevada, Georgia, Pennsylvania, Ohio e Florida per i candidati repubblicani al ruolo di Governatore. Vittorie che se confermate apriranno una profonda crisi nel campo democratico, avviando fin da subito la lotta alle primarie presidenziali. 

Una nota anche sulla Camera dei Rappresentanti. Qui i repubblicani sembrano avere più di una concreta possibilità di riconquistare la maggioranza con uno scarto piuttosto considerevole, infatti secondo i sondaggi i democratici sarebbero già sicuri di conquistare ben 233 seggi contro i 174 dei democratici, con 33 seggi ancora considerati in bilico. 

Dai numeri che ogni giorno i sondaggisti sfornano e pubblicano serve un mezzo miracolo per Biden per evitare una debacle che potrebbe costargli caro, in gioco, infatti, non solo la difesa dell’agenda presidenziale e la ricandidatura ad un eventuale secondo mandato, ma un ritorno dell’odiato nemico Trump proprio alla Casa Bianca. 

Infine una considerazione, è evidente che la figura di Joe Biden non ha mai scaldato i cuori degli americani, le tante e numerose difficoltà che si sono palesate, su tutte la galoppante inflazione, non hanno aiutato la presidenza, ma leggendo i dati si nota come Stati chiave per le elezioni Presidenziali si stiano sempre più confermando nel campo repubblicano. Florida e Ohio, da sempre in bilico, sono casi emblematici con i repubblicani che incrementano consensi forti anche di una classe politica locale riconosciuta e popolare. Di contro per i Dem si registrano delle crepe anche in stati tradizionalmente progressisti come California e Oregon, infatti nell’analisi delle elezioni locali, molti seggi fino a qualche anno fa ad esclusivo appannaggio democratico oggi risultano contenibili. Anche nel Minnesota i dati che giungono segnano una stanchezza nell’elettorato democratico, sarà necessario un deciso cambio di passo onde evitare che nel 2024 stati tradizionalmente democratici possano diventare terreno di conquista per il GOP. In ogni caso da martedì, chiusi i seggi, si aprirà la sfida per le presidenziali del 2024.

elezioni america biden – MALPENSA24