Le tasse dei lombardi restino qui per salvare il nostro stato sociale

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Il decreto dell’8 marzo del presidente del consiglio Antonio Conte ha di fatto isolato regione Lombardia. Decreto utile per innalzare il livello di allerta ma pericolosissimo per la sanità e l’economia lombarda. Lo stato sociale lombardo è seriamente a rischio default. Il decreto disattende inoltre le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, non avendo traccia di quanto lo stesso ha dichiarato il 5 marzo: «Occorrono misure urgenti per sostenere una moratoria dei crediti alle imprese da parte del sistema bancario, risorse per il Servizio sanitario nazionale, la protezione civile e le forze dell’ordine, misure che ci consentiranno di sostenere i redditi e salvaguardare l’occupazione e potenziare gli ammortizzatori sociali perché nessuno deve perdere lavoro per coronavirus». Si pensa a una garanzia statale per sostenere il credito alle Pmi colpite dagli effetti del coronavirus, evitando così una serie a catena di default che colpirebbero anche i bilanci delle banche.

I 7,6 miliardi stanziati sono insufficienti. Bisogna allora che i lombardi si attivino per la propria salute e il mantenimento del proprio “stato sociale”. Per questo ho scritto la mozione che segue e avviato una petizione (CLICCA QUI PER FIRMARLA) per far si che sindaci, amministratori, imprenditori, cittadini si facciano promotori verso il primo ministro Antonio Conte e il governatore Attilio Fontana della richiesta di trattenere IVA, IMU e IRPEF di febbraio e marzo in regione Lombardia. Con i soli denari di Iva e F24   Regione Lombardia potrebbe comprare mascherine, assumere medici, tutelare lo stato sociale garantendo liquidità e accesso al credito alle aziende. Le tasse dei lombardi restano in Lombardia, per finanziare le cure, la prevenzione e la ripresa in pieno coronavirus. Non è egoismo, anzi esattamente il contrario, se si debella il virus in Lombardia si riuscirà a debellarlo più in fretta nelle altre aree.

Giuseppe Longhin 
(Lega)

Il testo integrale della mozione

Di seguito il testo integrale della mozione che Giuseppe Longhin chiede ai consigli comunali della Lombardia di approvare:

Al Primo Ministro della Repubblica Italiana
Al Governatore di Regione Lombardia
Al Presidente della Provincia

MOZIONE URGENTE: AZIONI URGENTI PREVENZIONE DIFFUSSIONE CORONAVIRUS E SALVAGUARDIA STATO SOCIALE REGIONE LOMBARDIA

TENUTO CONTO CHE Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri firmato l’8 marzo 2020 limita le possibilità di movimento nelle zone più colpite dal contagio Coronavirus tra cui tutta Regione Lombardia

PRESO ATTO CHE Come specificato nello stesso decreto le misure restrittive imposte dal DCPM sono straordinarie e uniche oltre che storicamente mai applicate dal 1973

RICORDATO CHE Dette restrizioni si rendono indispensabili per la tutela della salute oltre che dello stato sociale della stessa Regione Lombardia

CONSIDERATO CHE Il 5 marzo 2020 sono già stati stanziati dal Governo 7,5 miliardi e che lo stesso Primo Ministro ha dichiarato non essere sufficienti e che “l’obiettivo è che nessuno deve perdere il lavoro a causa del coronavirus“ e che “questa emergenza non è solo sanitaria ma anche economica“ e ancora “in un contesto emergenziale occorrono misure urgenti”

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VISTO CHE Il DCPM dell’8 marzo disattende le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, non avendo traccia di quanto lo stesso ha dichiarato il 5 marzo “occorrono misure urgenti per sostenere una moratoria dei crediti alle imprese da parte del sistema bancario, risorse per il Servizio sanitario nazionale, la protezione civile e le forze dell’ordine, misure che ci consentiranno di sostenere i redditi e salvaguardare l’occupazione e potenziare gli ammortizzatori sociali perché nessuno deve perdere lavoro per coronavirus. Si pensa a una garanzia statale per sostenere il credito alle Pmi colpite dagli effetti del coronavirus, evitando così una serie a catena di default che colpirebbero anche i bilanci delle banche

DATO CHE La particolare condizione di urgenza non permette sistemi decisionistici piramidali ma al contrario interventi rapidi e concreti

PRESO ATTO CHE il recente studio datato 27 febbraio 2020 effettuato da EuPolis su dati del 2016 evidenzia che il residuo fiscale di regione Lombardia vale a dire la differenza tra quanto un territorio versa sotto forma di tributi allo Stato e quanto da esso riceve sotto forma di servizi è pari a 54 miliardi di euro.

CONSIDERATO CHE I versamenti di Regione Lombardia a Roma riguardano in particolare queste imposte e tributi: – Imposte dirette (per esempio l’Irpef) , imposte in conto capitale (per esempio l’Imu), imposte dirette (per esempio l’Iva) – Contributi sociali effettivi e figurativi versati da lavoratori e imprese (i contributi di lavoro che vanno principalmente all’Inps) – Interessi, dividendi, redditi prelevati dai membri di quasi società (es interessi su obbligazioni di imprese) , utili reinvestiti di investimenti all’estero, fitti di terreni e diritti sfruttamento giacimenti -Trasferimenti correnti o in conto capitale diversi da famiglie e imprese – Produzione di servizi vendibili e produzione di beni e servizi per uso proprio
CONCLUDENDO CHE Regione Lombardia e i componenti dello stato sociale quali cittadini, imprese, associazioni, enti locali, sono perfettamente in grado di agire, decidere, intervenire e garantire i fondi necessari alle indispensabili misure da intraprendere

PER I MOTIVI SOPRA ESPOSTI IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA A farsi promotori verso il Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente di Regione Lombardia, al Presidente del Consiglio Regionale della Regione Lombardia e al Presidente della Provincia di delle seguenti richieste: – Istituzione di uno speciale codice IVA per poter permettere alle aziende con sede in Regione Lombardia di versare l’IVA di febbraio e Marzo direttamente a Regione Lombardia – Istituzione di uno speciale codice IRPEF per poter permettere alle aziende con sede in Regione Lombardia di versare l’IRPEF di febbraio e Marzo direttamente a Regione Lombardia – Istituzione di uno speciale codice IMU per poter permettere alle aziende con sede in Regione Lombardia di versare l’IMU direttamente ai comuni di residenza. – Potere di spesa dei suddetti introiti – Potere decisionale riguardo l’aiuto alle aziende e attività commerciali in genere con sede legale in Regione Lombardia E a trasmettere la presente mozione alla Presidenza della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente di Regione Lombardia, al Presidente del Consiglio Regionale della Regione Lombardia e al Presidente della Provincia.

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