«Povertà quadruplicata». Pranzo di Natale a Gallarate, il bilancio di 4Exodus

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GALLARATE – «I problemi sono rimasti gli stessi, anzi, sono addirittura aumentati. Possiamo dire che si sono quadruplicati perchè, a fronte delle cinquantadue utenze di quando abbiamo cominciato, ieri ne avevamo duecentotrentacinque». È il bilancio che Roberto Sartori, responsabile di 4Exodus, ha tracciato dopo il pranzo che l’organizzazione benefica ha organizzato per Natale a Gallarate a favore delle persone in difficoltà. L’incontro del 25 dicembre, all’oratorio di Madonna in Campagna di via Bachelet, ha segnato il ventesimo anniversario dell’iniziativa e si è svolto alla presenza del prevosto don Riccardo Festa, del vicesindaco Moreno Carù e di Giuseppe De Bernardi Martignoni, consigliere comunale di Fratelli d’Italia.

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Il target è quello della «bassa soglia»

«Al pranzo tutto è filato liscio, e le persone sono state soddisfatte. Si è trattato di un evento che ha coinvolto duecentotrentacinque ospiti, quarantacinque volontari e venti operatori della cooperativa». Il target è, come sempre, quello della «bassa soglia», che ha visto presenti tossicodipendenti, alcolisti e famiglie di immigrati. In particolare, si sono presentati una cinquantina di richiedenti asilo: «Insomma, persone caratterizzate da situazioni di marginalità come la “banda del Tavernello” o quelli che dormono alle stazioni. Mentre invece non c’era nessuno dei sinti». Il pranzo che si è tenuto a Madonna In Campagna è stata il ventesimo anniversario di questo tipo di iniziativa. E Sartori non può fare a meno di confrontare il momento attuale con il passato: «Abbiamo compiuto vent’anni e i problemi sono rimasti tali. A fronte di un’utenza iniziale di cinquantadue persone ce ne siamo trovate duecentotrentacinque, sono aumentate esponenzialmente. Questa quadruplicazione è preciso sintomo di una forte situazione di marginalità e fragilità. È necessario il sostegno sia delle onlus che dei servizi sociali dei Comuni. Queste due realtà devono lavorare insieme non solo per dare un aiuto a queste persone, ma anche per la loro reintegrazione nella società».

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