Rho-Gallarate, il no dei Cinque Stelle che smentiscono i loro parlamentari

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ALTO MILANESE – Un no deciso alla riqualificazione della tratta ferroviaria Rho-Gallarate. E una presa di distanza dai parlamentari e dai consiglieri regionali pentastellati che, invece, giudicano sostenibile il progetto. Così, attivisti, portavoce e consiglieri comunali Cinque Stelle delle località dell’Alto Milanese interessate dalla ferrovia prendono posizione in una lunga nota. Eccola.

Da decenni i pendolari dell’Alto Milanese soffrono di un servizio ferroviario non all’altezza dei  bisogni. Il Movimento Cinque Stelle presente sul territorio con diversi gruppi di attivisti e alcuni consiglieri comunali di opposizione, da diversi anni cerca di trovare una valida soluzione al problema. Ai primi anni 2000 è stato elaborato un progetto di potenziamento della tratta ferroviaria tra Rho e Gallarate. Per le modalità e le previsioni contenute nel progetto, il Movimento Cinque Stelle ( attivisti ed esponenti locali) si è sempre dichiarato contrario alla realizzazione dell’opera.

A riprova della bontà della posizione assunta dal M5S va ricordato che anche il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (CSLP) dalla sua prima presentazione dieci anni fa, ha bocciato il progetto diverse volte. Anche il TAR nel 2012 si è espresso negativamente e lo ha annullato. Il 24 maggio scorso il progetto è stato respinto per l’ennesima volta per il permanere di numerose e sostanziali lacune tecniche.

Nonostante siano stati spesi già circa 20 milioni di soldi pubblici negli anni per elaborare tale progetto, lo stesso ha collezionato un record di pareri negativi che ne evidenziano la discutibilità tecnica che infatti prevede un ampliamento della sede ferroviaria (raddoppio) nell’attuale corridoio ferroviario, portando i treni a ridosso dell’abitato di molti paesi tramite la confisca e l’abbattimento di edifici, rendendolo incompatibile con il tessuto abitativo circostante.

Da questa incompatibilità del progetto con il territorio, nascono una serie di problematiche che dopo 10 anni risultano irrisolte, permanendo i gravi impatti ambientali come rumore, vibrazioni, rischi per la sicurezza, consumo di suolo a scopo cementificazione, cantierizzazione per diversi anni di centri abitati e aumento di traffico pesante con ripercussioni sulla viabilità oltre ai prevedibili effetti sull’attuale circolazione ferroviaria della tratta stimati per i prossimi 5 anni. I gruppi e i portavoce locali del territorio, interessati dal progetto e firmatari del presente comunicato, credono che il problema vada affrontato partendo da una prospettiva diversa, agendo sul materiale rotabile, sulla manutenzione e su alcuni interventi mirati nelle stazioni interessate

I cittadini del territorio, anche pendolari, sanno perfettamente che i disservizi dipendono in gran parte dai guasti e dalla gestione inefficiente del materiale rotabile, delle emergenze e del modello di esercizio. Si parla impropriamente di potenziamento della tratta Rho-Gallarate, ma finora il progetto inmdiscussione e potenzialmente finanziato è solo il lotto Rho-Parabiago, quindi i problemi della tratta sicuramente permarrebbero a monte e a valle del tratto di 9km. Il triplicemente della linea Parabiago-Legnano-Castellanza-Busto Arsizio e Gallarate non verrà realizzato. Il progetto di raccordo previsto tra le Ferrovie Nord e dello Stato (raccordo a Y) , è pressoché a livello di proposta ideativa e dai comuni di Castellanza e Busto Arsizio viste le lacune è stato chiesto al CSLP di stralciare tale progetto

Le dichiarazioni espresse nel recente comunicato stampa firmato dai deputati pentastellati Olgiati e Invidia, e dal consigliere regionale De Rosa non trovano riscontro e consenso nei gruppi del territorio, firmatari del presente comunicato.

Il fatto che il CIPE abbia già stanziato la somma di mezzo miliardo di euro per un progetto ancora non approvato dal CSLP e per un lotto che sarà di soli 9 km Rho-Parabiago non ha modificato la posizione dei gruppi MoVimento Cinque Stelle di Parabiago, Nerviano, Pogliano, Vanzago, Rescaldina, Cerro Maggiore che è si favorevole all’incentivazione del trasporto su ferro e del telelavoro da casa , ma di ragionata contrarietà all’inconcludente progetto di RFI/ Trenord.

Tale progetto non “impatterà positivamente sulla qualità della vita dei cittadini” a meno di non ritenere, in sintesi, lo sperpero inutile di soldi pubblici un “impatto positivo”. Con le sorprendenti dichiarazioni gli eletti pentastellati , on. Olgiati, on. Invidia e Cons. Reg. De Rosa , contraddicendo anche le proprie precedenti esternazioni, hanno contravvenuto alla consuetudine di chi è appunto “Portavoce” del MoVimento Cinque Stelle nelle Istituzioni, ovvero portare le posizioni espresse dai gruppi di attivisti del MoVimento sul territorio.

Concludiamo commentando lo stanziamento di fondi del CIPE, ricordando le parole del Portavoce, Sen. Nicola Morra condivise anche dall’ex portavoce Alessandro di Battista , “Quando si valuta la realizzabilità di un’opera, ci si deve sempre responsabilmente porre domande su chi potrebbe essere danneggiato e leso nei suoi diritti dalla stessa. E queste considerazioni non sono traducibili in mere analisi costi-benefici di tipo economico perché altrimenti ragioneremmo esclusivamente dell’eventuale profitto cui sacrificare tutto il resto”.

I gruppi di attivisti e i portavoce consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di :
Cerro Maggiore (Martello)
Nerviano (Camillo)
Parabiago (Vitali)
Pogliano (Clerici)
Rescaldina (Oggioni)
Vanzago

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