Saluto militare dei turchi: l’Europa sportiva si indigna

Quando la politica entra nel campo da calcio non è mai una buona notizia. Sport e politica devono stare distanti anni luce l’uno dall’altra soprattutto se la questione in oggetto è una guerra di aggressione. Sta facendo discutere molto la faccenda dei giocatori turchi immortalati con tanto di saluto militare in segno di sostegno alla politica del dittatore Erdogan. Ha scatenato più di un vespaio ad esempio la foto di Under, l’attaccante della Roma, postata sul suo profilo Twitter. Un’immagine che ha fatto il giro del mondo facendo inorridire tanti tifosi ai quali non è andata giù per nulla la circostanza della maglietta giallorossa indossata dal protagonista del Tweet. E hanno profondamente ragione. Già è stato un insulto vedere la squadra turca dare supporto alle iniziative militari di Erdogan prima della loro gara di qualificazione europea. Inaccettabile assistere al sostegno social con la maglia sociale di appartenenza, la Roma nel caso di Under. È piovuto un profluvio di insulti: infangare la maglia di una squadra di calcio per sostenere guerre e iniziative militari sulle quali ognuno può avere un personale e legittimo parere è una totale assurdità. Una vergogna totale. Se Under o chi per esso sentiva l’irrefrenabile volontà di dimostrare vicinanza alla causa turca, per paura di incorrere in ripercussioni dal Dittatore, avrebbe dovuto evitare di coinvolgere la Roma e la sua tifoseria indossando la maglia giallorossa.

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