Saronno, Laura Taroni capace di intendere e di volere. Appello bis e guerra di perizie

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Laura Taroni

SARONNO – Era capace di intendere e di volere al momento dei fatti Laura Taroni, l’ex infermiera dell’ospedale di Saronno che era stata condannata in appello a 30 anni con l’accusa di aver somministrato cocktail di farmaci letali a suo marito, nel 2013, e a sua madre, nel 2014, nell’ambito di una relazione “criminosa e sentimentale” con l’ex primario del pronto soccorso Leonardo Cazzaniga, condannato all’ergastolo in un altro processo per aver accelerato la morte di 12 pazienti. Lo riporta l’Ansa.

In aula lunedì prossimo

Lo ha accertato, a quanto si è saputo, la nuova perizia psichiatrica depositata ieri, mercoledì 20 gennaio, e che era stata disposta il 12 novembre scorso dalla Corte d’Assise d’appello di Milano nel processo di secondo grado ‘bis’, in corso dopo un annullamento con rinvio della condanna da parte della Cassazione. La Corte milanese (presidente Valeria De Risi), infatti, aveva accolto la richiesta di riaprire il processo, con la nuova perizia sull’imputabilita’, presentata dalla difesa di Taroni, rappresentata in aula dal legale Monica Alberti.

Capace di intendere e di volere

Si era opposto all’istanza il sostituto procuratore generale Nunzia Ciaravolo. E la nuova relazione firmata dal professore Franco Freilone (una cinquantina di pagine), depositata in queste ore e che sarà discussa in aula lunedì 25 gennaio alla presenza anche del consulente della difesa, non si discosta di molto dalla prima perizia che venne effettuata nel processo e che stabilì la capacita’ di intendere e di volere della donna.

Le accuse

La Cassazione, annullando con rinvio la condanna del luglio 2019, aveva spiegato che nelle motivazioni d’appello (mancavano 13 pagine) basate sulla perizia, disposta dal gup di Busto Arsizio, c’era stata una “elusione integrale” del problema delle condizioni psichiche della donna. Taroni era stata stata arrestata nel novembre 2016 con l’accusa di aver ucciso sua madre Maria Rita Clerici, suo marito Massimo Guerra e il suocero Luciano Guerra (da questa imputazione e’ stata assolta), in concorso con l’allora amante Cazzaniga, utilizzando cocktail di farmaci. Nell’appello ‘bis’ e’ stata disposta la nuova perizia per accertare l’imputabilita’. I due esperti della prima perizia, ha spiegato la Cassazione, avevano rilevato «la sussistenza di un disturbo della personalita’, senza tuttavia pervenire a corrette conclusioni circa la sua incidenza sulla imputabilità». Una consulenza della difesa aveva evidenziato, invece, «condizioni cliniche patologiche».

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