Speroni su Rai3 da Lerner: «Tricolore alle manifestazione della Lega è innaturale»

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BUSTO ARSIZIO – Francesco Speroni, sotto l’Alberto da Giussano di Legnano e intervistato da Gad Lerner, ha parlato della Lega. A 360 gradi. Della memoria, della storia, ma anche della cronaca e dell’attualità. Senza mai tirarsi indietro. E senza paura di dire cose politicamente scorrette. Come sul Tricolore: «Vederlo nelle nostre manifestazioni può dare fastidio. Soprattutto a chi era abituato a bruciarlo». Ma anche su i “padroni a casa nostra”: «I napoletani comandino a Napoli e i Milanesi a Milano. L’autonomia resta l’obiettivo della Lega e in tal senso il partito oggi è tornato alle origini».

Speroni su Rai3

La prima puntata della nuova trasmissione di Gad Lerner, intitolata L’Approdo è andata in onda ieri sera, lunedì 3 giugno, sul terzo canale Rai. Un inizio targato Lega, durante la quale il conduttore ha un po’ ricostruito e ricucito la storia della Lega Nord dalle origini ai giorni nostri, con l’obiettivo di sondare le ragioni di un successo elettorale inaspettato. Tanto che anche Francesco Speroni, segretario del Carroccio di Busto, intervistato a lungo da Lerner, in piazza a Legnano ha ammesso: «Noi leghisti della prima ora queste percentuali nemmeno ce le sognavamo».

Autonomia, Tricolore e padroni a casa nostra

Sono cambiati i tempi nella galassia leghista. E anche i costumi, o meglio l’abbigliamento del leader. Che nel Carroccio fa comunicazione. Ciò che non è cambiato è la camiciola estiva a maniche corte di Speroni. Per il resto, si è passati dalla canottiera alle felpe e alle divise delle forze dell’ordine, ma certi concetti sono sempre verdi. E lo dice anche Speroni: «Quando sono entrato in Lega nel 1986 chiedevamo l’autonomia. Proprio come oggi. Siamo tornati all’origine. E la Lega è sempre rimasta fedele al territorio e al comandare a casa nostra».

Anche in Umberto Bossi e Matteo Salvini, leader per certi aspetti agli antipodi, Speroni vede una certa continuità politica: «Sono diversi – dice – ma entrambi chiedono l’autonomia e sostengono il principio del padroni a casa nostri. Ovvero i napoletani devono comandare a Napoli e i milanesi a Milano».

Lerner prova a stuzzicare l’ex europarlamentare leghista, su questioni che in passato hanno fatto molto discutere. Il Tricolore ad esempio. Ma Speroni non si scompone nel tono e nelle risposte: «Certo vedere i tricolori per me non è naturale. Qualcuno poi era anche abituato a bruciarlo, mentre e ora lo vediamo sventolare alle nostre manifestazioni. Devo dire che quello che provo non è fastidio. Diciamo che lo trovo innaturale. Poi però ci penso e visto che la Lega ormai è dappertutto e comanda in Sardegna, credo che sia giusto che ci sia il tricolore».

Sull’autonomia Speroni non discute, anche se dice di continuare a ritenere la secessione «una cosa giusta» e che «noi della Lega alla fine abbiamo scelto un’altra strada per raggiungere l’autonomia che si sta rivelando vincente».

L’intervista si chiude con Speroni che liquida (forse per l’ennesima volta) il rogo della Boldrini come «una carnevalata» e racconta di quando Umberto Bossi decise di sdoganare in un comizio elettorale il celodurismo: «Eravamo a Saronno ero seduto vicino a Bossi e mi disse che avrebbe detto una cosa un po’ forte e nel suo discorso annunciò: “Noi vinceremo perché la Lega ce l’ha duro”».

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