Strappo di Canegrate dall’Azienda So.Le. «Costi insostenibili per errori di gestione»

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CANEGRATE – Il Comune di Canegrate ha esercitato il recesso dall’affidamento dei servizi sociali all’Azienda speciale consortile So.Le. Con una mossa senza precedenti fra i Comuni soci, la scorsa settimana il consiglio comunale ha votato (con l’astensione delle minoranze) la cessazione anticipata del contratto valido dal giugno 2019 fino al 31 luglio 2027. In pratica, nel medio periodo non cambia nulla, perché fino al 2025 Azienda So.Le continuerà a gestire come ha fatto fino ad oggi il Centro socio educativo “Città del Sole”, la Comunità socio sanitaria “Stella Polare” (che contano insieme una trentina di utenti complessivi), l’asilo nido comunale “Un.due..tre…stella” (una ventina di utenti, nella foto) oltre agli inserimenti in comunità e agli interventi specialistici a favore di minori.

«C’è tanto tempo davanti – sottolinea a Malpensa24 il sindaco, Matteo Modica – e questo rassicura tutti: noi, gli utenti e le famiglie. Ma si è creata una situazione che non può reggere non solo per Canegrate, ma per l’Azienda».

Modica: «Col contratto Uneba non 24.000, ma 400.000 euro in più»

In consiglio comunale il sindaco ha parlato di «scelta forte dal punto di vista politico» e puntato il dito non contro la qualità dei servizi erogati, che non è mai stata in discussione, ma sulle politiche economiche e gestionali dell’azienda consortile, accusata di essersi mossa con l’internalizzazione dei dipendenti «sulla base di costi non individuati correttamente in fase previsionale» e che per questo «può essere paragonata a un gigante con i piedi di argilla».

Tutto nasce dalla decisione presa due anni fa da So.Le di applicare ai propri dipendenti il contratto Uneba (quello che regolamenta i rapporti di lavoro con gli operatori di assistenza sociale) al posto di quello delle cooperative sociali: una mossa fatta, secondo la giunta canegratese, «in base a conteggi economici sbagliati, con un incremento di costi per l’Azienda stimato inizialmente sui 24.000 euro, ma senza tenere in considerazione le assunzioni delle categorie protette e altre voci: quindi, in realtà, si tratta di 400.000 euro in più. Inoltre – spiega Modica – la ripartizione dei costi fra i Comuni soci penalizza quelli che, come noi, hanno servizi ad alta densità del personale, laddove altri vedranno addirittura diminuito il loro contributo da versare all’azienda perché le hanno affidato servizi senza personale. L’incremento dei costi sarà ancora maggiore fra tre anni, quando si esaurirà il fondo per calmierare tale incremento».

Penalizzati dalla nuova ripartizione

L’amministrazione comunale rimarca come da questi aumenti dei costi, non equamente ripartiti fra i Comuni alla faccia del mutualismo, non deriverà a Canegrate alcun servizio aggiuntivo né alcun miglioramento di quelli esistenti, che pure sono molto importanti: solo un atro comune fra quelli soci ha un numero maggiore di servizi gestiti da So.Le.

«L’Azienda – ha rincarato l’assessore a scuola, politiche educative e minori, Edoardo Zambon, coinvolto nella partita insieme a quella alle politiche sociali, Franca Meraviglia – ha fatto banali e pesantissimi errori tecnici che hanno portato ad avallare frettolosamente e superficialmente le scelte nella gestione del personale, facendo lievitare i costi. Stimiamo che per noi lo sbilancio sarà come minimo di 40.000 euro». Il Comune lamenta inoltre che «nei diversi momenti di confronto e discussione non sono state accolte dagli organi aziendali le nostre proposte volte all’adozione di soluzioni di equo riparto degli aggravi e dei risparmi di costi fra i Comuni soci» e che «non è stata riscontrata disponibilità a trovare soluzioni condivise che potessero mitigare tali effetti pregiudizievoli, riconducibili a scelte adottate sulla base di valutazioni tecniche parziali ed erronee».

Continuità nei servizi, ma pronti a ogni soluzione

«Non possiamo precluderci la possibilità di investire e di migliorare i servizi. Questi continueranno a essere erogati senza cambiare nulla. La nostra – insiste Modica – è una scelta rivolta al lungo periodo e io credo che si possa trovare una quadra, senza creare alcuna preoccupazione per gli utenti e le loro famiglie». Per l’asilo nido, risulta “coperto” ancora un anno scolastico dopo il prossimo mese di giugno, per Cse e Css altri due anni. «Poi, se non cambieranno le condizioni c’è tutto il tempo per trovare una soluzione. Tutte le strade sono aperte – conclude Matteo Modica – dal rivolgerci al mercato libero all’affidare i servizi ancora alla So.Le se ci fossero i presupposti».

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