Dal Piemonte al Castanese in treno per comprare la droga

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TURBIGO – Il più delle volte sono persone sui trenta, quarant’anni, ma non mancano pure i 50enni e i 60enni, tutti o quasi residenti nel Novarese, nel Biellese, nel Vercellesi e dal Piemonte in genere, tutti con alle spalle precedenti specifici e di vario tipo. Arrivano in treno, principalmente nelle prime ore della mattina o comunque entro mezzogiorno (eccezion fatta per qualche caso anche nel pomeriggio, in modo particolare durante la stagione calda, primavera ed estate), e una volta scesi eccoli raggiungere le zone boschive del territorio. Pochi istanti, insomma (alcuni si presentano già con una bicicletta, altri, invece, la rubano lungo il percorso) e spariscono tra la vegetazione, per poi riapparire con la droga appena acquistata e far perdere le loro tracce.

I boschi vere e proprie zone di spaccio

Sono i cosiddetti consumatori, perchè purtroppo non è un mistero che le aree periferiche al confine tra Turbigo, Robecchetto con Induno, Nosate, Castano Primo e Lonate Pozzolo siano ormai da tempo luogo di spaccio. E, allora, proprio in ottica di prevenzione e repressione ecco che il comando turbighese di Polizia locale sta mettendo in campo una serie di servizi mirati al contrasto.

Servizi di prevenzione della Polizia locale

«L’attività è concentrata in vari momenti della giornata – spiega il comandante Fabrizio Rudoni – In qualche caso in divisa, in qualche altro in borghese, nello specifico monitoriamo sia la stazione ferroviaria cittadina sia i boschi che ci stanno attorno. Entrando ancor più nell’attività e guardando i numeri, ad oggi abbiamo fermato ed identificato una quarantina di persone, con una quindicina di fogli di via richiesti. Nella maggior parte dei casi, inoltre, hanno tutti età che vanno dai 30 anni in su, tutti consumatori e con già alle spalle precedenti per uso di sostanze stupefacenti ed anche per reati vari (furti, rapine, resistenza a pubblico ufficiale, ecc…). Le zone di provenienza, infine, sono il Novarese o comunque il Piemonte. L’attività da parte nostra non si ferma qui, ma proseguiremo per cercare di bloccare il più possibile simili situazioni ed avere un quadro che sia sempre più preciso e dettagliato su quanto avviene».

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