Tutti al mare a mostrar le chiappe chiare

crisi siccità russia

Non ci facciamo mancare niente, neanche la siccità. Un problema in più rispetto ai tanti, troppi, enormi, tutti assieme che, in questi anni, mesi e giorni, ci hanno avvelenato l’esistenza. Questioni più grandi di noi, dolorose, drammatiche, alcune inevitabili, altre, come la guerra, evitabilissime. Prima la crisi economica, poi il Covid; a seguire “l’operazione militare della Russia in Ucraina” e la conseguente crisi energetica. Quest’ultima, secondo gli esperti della materia, soltanto agli inizi. Con il rischio del razionamento del gas e i prezzi in costante ascesa. Un pieno di benzina è diventato stellare, si fa prima a passare da Cartier che dal benzinaio. La spesa al supermercato è un salasso. E c’è pure chi turlopina i consumatori: tengono fermi i prezzi dei prodotti, ma le confezioni sono più piccole, contengono meno merce.

Viviamo un momentaccio, è scontato. Anche il Covid, dopo tutto quanto è già trascorso e abbiamo dovuto affrontare sui versanti sanitario e sociale, pare abbia ripreso vigore, proprio a ridosso dell’estate. Quest’anno, come si dice con una frase fatta, scoppiata in anticipo, con ondate di caldo africano e l’assenza di piogge. Una volta, si invocava l’acqua con le processioni e le benedizioni nelle campagne inaridite dal sole. Oggi ci si appella al meteorologo quale nuovo sciamano.  

Correre ai ripari? Beh, la gente cerca evasione in mille modi: le spiagge sono già affollate, gli alberghi pieni. Come se non fosse mai accaduto nulla di sconvolgente, anzi, come se non stesse accadendo. Siamo stanchi, non c’è dubbio. Mentalmente stanchi, abbiamo bisogno di distrarci. In spregio a tutte le crisi, crisette e crisone che, minacciose, ci aleggiano attorno. Facciamo finta che non esistano, che Putin sia una proiezione della nostra mente e il futuro si apra comunque alla speranza di un mondo migliore.

Quando esponevamo al balcone la scritta “andrà tutto bene” pensavamo positivo, o, più semplicemente, cercavamo di esorcizzare l’assedio del virus. Adesso non c’è più nessuno che spera davvero che “vada tutto bene”, ma cerca di non pensarci. Passa oltre, fa dell’altro, prova la normalità. Certo, è di questa che abbiamo bisogno, di normalità. Ma forse non è ancora il momento. Ce ne dà prova la politica, soprattutto quella nostrana. Si comporta come se non ci fosse alcuna emergenza, litiga senza ritegno per guadagnarsi voti e leadership, dentro i partiti e tra i partiti.

Intanto i problemi veri rimangono irrisolti; e il mondo va da un’altra parte. Siamo noi che andiamo da un’altra parte, ostinata e contraria (ctz.), ad esempio, a quella delle urne. Un ulteriore segnale che più niente è come prima. Forse hanno ragione i russi quando dicono che il mondo si avvia a un nuovo ordine. Loro esagerano, allargano il tiro, fanno propaganda. E se fosse davvero così? In attesa di scoprirlo, tutti al mare “a mostrar le chiappe chiare”. Tanto ci hanno già levato anche le mutande.

crisi siccità russia – MALPENSA24